In difesa del coniglio
(Carmelo Fucarino)
questo?
o questi?
È l’ultimo trend italiano, il coniglio da salotto per un milione e mezzo di italiani, dicono i buonissimi crociati animalisti. Penserete, un discreto numero di italiani ha deciso di mangiare sano e allevarsi il coniglio biologico in casa. Nella Padania, da Torino a Venezia, la carne di coniglio è cucinata in mille modi, è leggera ed economica, di gusto delicato. I piatti sono vari e appetitosi, basta visionare le gustose ricette on line. E no! Non si tratta di dieta e di cucina. È una nuova moda che si prevede fascinosa e ricca di aficionados e di fanatici. È la nuova tendenza di sostituire i padroni di divani e morbidi e caldi letti di civili abitazioni, cioè il “fedelissimo” per antonomasia (più dell’Arma, anche se tale dote è risultato del ben vivere e dell’imprinting, altro che “vita da cane”) e il “micissimo” delle altezzose fusa, il trend di adottare a loro posto il timido e tremebondo coniglio come animale, si dice emotivamente così, “di affezione”. Perché i figli sono un impiccio, lungo quanto la vita, a parte i dispiaceri, gli animali relativamente. Si soffre e si fanno funerali, ma sempre animale è con un arco di vita più breve del celebre cane di Odisseo.
Se vuoi farti la vacanza esotica, porti il caro amico in pensione, sia cane o gatto, oppure tartaruga in letargo, pappagallo clonato e suonato, anche serpente da salotto o coccodrillo. Metodo più spiccio, se ne hai le tasche piene, puoi sbarazzartene anonimamente in autostrada o da un ponticello su un ruscelletto. Al limite nel Po o nel Tevere. Ma andiamo al nostro sempliciotto e timidotto. Quando li allevavamo in casa, se lo prendevo in mano sentivo il cuoricino battere impazzito sotto le dita e i suoi occhietti sgomenti ti facevano pietà, e il suo zigare assordante, più struggente del definitivo scappellotto dietro il collo. Ora la Feder F.I.D.A (in sito, Federazione Italiana Diritti Animali, ONLUS, «nasce dall’esigenza di vedere umani ed animali uniti in una sorta di SINDACATO che difenda e rappresenti i diritti degli uni e degli altri!») si è mobilitata e ha già raccolto, dice, undicimila firme in tre giorni da parte di un gruppo di “amanti dei conigli”, per fare rientrare queste indifese bestiole nella classificazione di “animali di affezione. Se così sarà, come per cani e gatti, scatterà il divieto di “consumarli” in griglia o tegame e di farsi pelliccette o pullover con la loro lana. Così si preconizza il crescere della voluttà del coniglio casalingo, tra poltrone e coperte di seta, perché l’animale (immagino quelli giganteschi da record) è affettuoso, intelligente, capace di integrarsi facilmente in un appartamento cittadino, creare un forte e solido legame affettivo con chi lo coccola e nutre (in Petsparadise, Consigli su come mantenere un coniglio in appartamento). Certo, l’integrazione. Per gli extracomunitari non basta l’integrazione, si chiede l’inclusione. Anche il Sivelp (Sindacato Italiano Veterinari Liberi Professionisti, dal sito ufficiale «un’associazione di categoria, apartitica ed apolitica, nata per promuovere, in totale indipendenza, istanze ed interessi della Medicina Veterinaria libero-professionale», Responsabile pubblicazioni Dr. Angelo Troi), si mette a disposizione con cardiologi, neurochirurghi specializzati, dermatologi e gastroenterologi, come fa per i cani e i gatti. Ci mancherebbe, lasciar fuori da questa assistenza veterinaria specialistica il pauroso e timido coniglietto. Promettono di occuparsi dell’assistenza di base (gestione corretta, trattamenti routinari, profilassi). Ma sentite, anche di “chirurgia di base come la sterilizzazione”. Povero coniglietto, amico dei miei deliziosi, poveri pranzi! Eri vissuto nei ritmi tuoi naturali di vita. Certo, hai rischiato nei roveti e nei boschi di essere preda di lupi, volpi e rapaci, la poiana delle mie parti non scherza. Poi dai tempi in cui l’uomo rese domestici gli animali hai goduto i tuoi momenti belli, entusiasmanti, direi appassionanti. Cosa ti restava nella tua breve vita, oltre al mangiare foglie fresche e carote per nutrirti? Metti la grande goduria, la pazzia di una breve, ma intensa esistenza che si sfrenava nel sesso. Questo immenso unico piacere, farlo con tutto l’abbandono… come un coniglio. Ora perché la casalinga insoddisfatta strusci le labbra contro le tue, vogliono chiuderti in una stanza a scivolare sulle ceramiche, quando arriva l’altro ospite, il cagnaccio fedele, obbligarti a fare la pestifera e disgustosa pipì in luogo deputato, segregarti da ogni altro contatto o colloquio o strusciamento “conigliesco” e… castrarti. Auguro a simili difensori dei diritti degli animali di essere castrati non oltre i dieci anni. Non ha il mio caro coniglietto il diritto “umanissimo” del sesso a gogò, per il quale è famoso, per antonomasia, fra tutti gli animali domestici? L’unica sua voluptas negatagli per evitare prole indesiderata… da salotto, come per le loro padroncine e consorti? Perché poi la gallina così affettuosa, fedele e intelligente, come quella della canzone, non deve avere gli stessi diritti di “animale d’affezione”? Non avrebbe neppure bisogno di essere castrata. Senza gallo fa le uova sterili. E si eviterebbe l’aviaria.