LA CUCINA DELL’ANTICA ROMA
Carissima/o, sei invitata/o alla conversazione su La cucina nell’antica Roma, che terrò per cortese iniziativa della Fondazione "Salvare Palermo", martedì 7 gennaio alle ore 17,30 presso la sede del CEPU, via Caltanissetta, 2.
Ringraziando, spero di deliziarti con piatti acculturati.
Carmelo Fucarino
In un tempo in cui sui media si spadella in continuazione non guasta rivolgerci ai nostri antichi e valorosi antenati il cui valor non è ancor morto come suggeriva Fr. Petrarca, l’ever green della nostra illustre letteratura. Probabilmente questo promette l’invito di Carmelo. I Romani seguivano la separazione degli stili delle letterature classiche, per cui parlavano di cibo in alcuni generi letterari: la commedia e la satira. Anche nel genere epico talvolta gli eroi mangiavano, ma di sfuggita e quasi sempre la stessa cosa: carne arrostita allo spiedo. Qualcosa si trova anche nei trattati sulla gestione della fattoria di Catone e di Varrone, per quel che riguarda la cucina popolare, ma è la satira a darci un’idea precisa del cibo e del banchetto romano delle classi alte. In particolare Q. Orazio Flacco in due satire del secondo libro dei Sermones: Unde et quo Catius?( IV-II) ; Ut Nasidieni iuvit te cena beati? ( VIII-II) in cui ci presenta lo schema tipico della cena romana nel triclinium,col susseguirsi delle portate dalla gustatio al dessert, che qualche decennio dopo sarà ripreso con arte meravigliosa da Petronio nella Cena Trimalchionis, il più ampio frammento del suo Satyricon, che noi moderni chiamiamo romanzo. Ma gli antichi ignoravano questo nome. Resta il famoso e stuzzicante Marco Gavio Apicio col suo De re coquinaria, ricettario in dieci libri, dove si possono trovare spunti per la nostra cucina. Ma dove muoverà i suoi passi Carmelo Fucarino ? Chi volesse saperne di più non deve che andare ad ascoltare la sua conversazione. ( Gabriella Maggio)