Melting pot Palermo

(Carmelo Fucarino)

image

Foto autore dell’autore

Il redentorista Nino Fasullo, direttore della prestigiosa rivista Segno, ha voluto dare un significato alla universale ricorrenza del Natale cristiano, al di là dei spesso rifiutati auguri e dei triti messaggi di serenità e di pace in un mondo dilaniato dagli odi religiosi e razziali. È già per se stesso un miracolo unico, che per la commemorazione della nascita di un bambino ebreo in una grotta di un insignificante paesetto della Palestina, finito sulla croce a 33 anni, tutto il mondo si fermi. Se si escludono i Musulmani che accolgono nel loro Islam il messaggio evangelico, è al di fuori di ogni logica che tutto l’estremo Oriente, seguace di religioni completamente diverse, dall’induista alla buddista, alla scintoista, etc., si adeguino al calendario cattolico e fermino le loro attività lavorative ed economiche.

Padre Fasulo, partendo dalla versetto evangelico «Oggi vi è nato un salvatore» (Luca, 2, 11), giunge ad accomunare credenti e non credenti attraverso il messaggio della fraternità, «bene impagabile, fatto di dignità e di giustizia non negate, di diritti e doveri rispettati, di condivisione e solidarietà, di apertura e accoglienza dei poveri», per fare «dimenticare Lampedusa, simbolo dell’umiliazione umana e della vergogna non solo siciliana», per «fare incontrare la gente», infine perché «le barriere costituite dalle disuguaglianze, dalle ingiustizie e dalle violenze che dividono gli uomini possono crollare e le distanze accorciarsi» (La Repubblica, L’accoglienza dell’altro come simbolo del Natale, 24 dic. 2013). In questa ottica il presidente del Lions Palermo dei Vespri Guseppe Sunseri e il sottoscritto hanno voluto attivare un percorso culturale, indirizzato alla individuazione di concrete progettualità di “accoglienza e/o di integrazione” e farne un obiettivo da studiare e da raggiungere in questo anno sociale. Le finalità non potevano essere espresse meglio di quanto ha fatto padre Fasullo. Perciò ad un primo livello la scoperta e l’incontro con le comunità “esterne” che vivono e operano a Palermo, di prima generazione o di radicato insediamento. Un primo approccio si è voluto tenere con gruppi etnico-religiosi assai lontani dalla nostra cultura, invece di quelli islamici ormai entrati nella nostra domestichezza, nel bene e nel male. Per particolari contingenze ci è stato utile l’incontro con una comunità assai distante per tradizioni e costumi, quella numerosa e particolarmente attiva dei provenienti dalle Mauritius. Proficuo pertanto è stato l’incontro con l’invito a partecipare alle loro feste con il loro rappresentante, Bitrayya Rajendra, della Consulta delle Culture di Palermo, voluta da questa amministrazione e da poco eletta ed attiva. Per me è stata assai istruttiva la celebrazione della ricorrenza dell’anniversario di Sathya Sai Baba, in un richiamo a precetti di vita, rappresentati da sketch dei piccoli, e da una profonda immersione in un rito di Luce che diveniva possesso dell’intero corpo. Mi ha sorpreso trovare una palermitana che per tante volte è andata ad incontrare il mistico e predicatore indiano (si vantava di avere avuto tre incontri privati, come suole fare chi è andato da padre Pio). Consapevole della natura divina dell’uomo (mi sovviene il neoplatonismo e Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, L.B. Alberti), Baba predicava:

«C’è una sola casta: la casta dell’umanità.
C’è una sola religione: la religione dell’Amore.
C’è un solo linguaggio: il linguaggio del cuore.
C’è un solo Dio: Egli è onnipresente».

Ancora in un incontro di Natale, in cui il nostro Presidente ha ricevuto una targa per rimarcare l’opera di condivisione e di incontro, i loro bambini, in un particolare mixing di creolo su base francese, hanno illustrato con scene di vita e nel contorno delle loro musiche e delle danze etniche il loro mondo lontano e vivo ancora nei loro cuori, non solo attraverso i costumi sgargianti, ma anche attraverso la loro etica e le loro tradizioni. Fra di loro alcuni rappresentanti dell’amministrazione cittadina e della società civile, tanti loro amici palermitani che hanno voluto scambiarsi gli auguri e dividere i loro cibi e i loro dolci etnici. Questo è un passo, il primo timido passo per conoscerci. Può l’integrazione ridursi ad una brutale occidentalizzazione o cristianizzazione? E cosa vuol essere accoglienza? Ci sono confini tra i doveri sempre branditi come una clava dai residenti (osservanza delle leggi) e i diritti, finora ignorati o negati? E fino a quando la cittadinanza sarà un privilegio? Dirò a presto dei nostri antenati passati per Ellis Island ed ora sindaci, pure tanti nella Big Apple, consiglieri, senatori, giudici, fino all’alta Corte Suprema. Dirò del Calvario dei “miserabili di seconda classe” passati per quel lager di un maestoso edificio, divenuto oggi Museo dell’emigrazione. Per lavarsi la coscienza? Quel martirio di miseria durò dal 1892 al 1954 per più di 12 milioni di aspiranti cittadini statunitensi. Vorrei che tanti nobili spocchiosi razzisti visitassero quei piani della degradazione e dell’orrore. Nei miei soggiorni newyorkesi mi ha estremamente commosso la celebrazione delle feste dei santi dei paesi di origine con processione di fercolo e giochi di artificio, rosari e candele di confrati con sai medioevali. Mi ha commosso la descrizione da parte di una mia concittadina di Arizona della festa della Madonna del Carmine in un paesetto dello Stato, esattamente come si celebra al mio paese.  Perciò, perché si ricordi l’uomo è la finalità che si vuole proclamare per questo progetto in una società palermitana che è stata da sempre multietnica. Dai tempi in cui i Punici vi si insediarono per commerciare i loro prodotti dell’antica Libia con Sicani, Elimi, Sicelioti. Con l’augurio di un “sacro” Natale e di un 2014, secondo le speranze del venditore di almanacchi o se volete dei moderni calendari promozionali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy