L’ETNA

(Carla Amirante)

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L’Etna in questi giorni ha ripreso la sua intensa attività eruttiva, creando un giustificato allarme perché è ben nota la sua potenza distruttrice da tempi immemorabili, ma al tempo stesso è altrettanto noto il grandioso spettacolo terribile ed affascinante che in questi momenti esso mostra sia a chi è sul posto a monitorare la situazione ma anche a chi lo guarda, prudente, attraverso le foto o le immagini proiettate dalla televisione.

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Il vulcano Etna, come tutti sanno, si trova in Sicilia vicino alla città di Catania, apparso nel Quaternario circa 600.000 anni fa, allora al suo posto c’era un ampio golfo posto tra le zolle euroasiatica a nord, con i monti Peloritani, e africana a sud, con l’altopiano Ibleo. In seguito ci fu un colossale scontro tra le due zolle che diede origine alle prime eruzioni sottomarine di lava basaltica molto fluida ed alla formazione dei primi coni vulcanici. Come tutti i vulcani, l’Etna si è formato attraverso un lento processo di costruzione e distruzione, infatti esso è uno stratovulcano, con un’altezza variabile che subisce nel tempo innalzamenti ed abbassamenti a seguito delle eruzioni, e con i suoi 3.350 di altezza m. è il vulcano più alto d’Europa; inoltre la superficie di 1570 Km quadrati, il diametro di circa 45 km ed il perimetro di 65 km, fanno sì che l’Etna sia compreso tra i vulcani maggiori e tra più attivi della terra, come pure lo Stromboli. Sulla sua cima si trovano quattro crateri, Cratere di Nord-Est, Cratere di Sud-Est, all’interno del cratere Centrale, Voragine e Bocca Nuova, poi altre bocche di fuoco, oltre 300, sono disseminate lungo i suoi fianchi fino a bassa quota; tutte queste bocche, con le loro numerose eruzioni hanno modificato, continuamente nel tempo, il paesaggio intorno, caratterizzandolo profondamente in un’alternanza di centri abitati, zone boscose e parti aride ricoperte di roccia vulcanica, che ad alta quota si coprono anche di neve.  La sua attività è prevalentemente di tipo effusivo con emissioni di colate laviche, che possono essere molto pericolose per le zone abitate nella sua vicinanza. Da recenti studi si è compreso che il vulcano è ancora più pericoloso di quanto si credeva perché ha anche una forte potenzialità esplosiva, simile a quella dello Stromboli. Questa sua forza esplosiva, nei momenti di maggiore intensità, può dar vita a fontane di lava, con getti di materiale incandescente alti qualche centinaio di metri, come è avvenuto nell’eruzione del 1970 e poi del 1995-2001 con ben 150 episodi di fontane di lava, che hanno generato alte colonne di gas e cenere.Riportiamo una recente teoria, a metà tra scienza e leggenda, la quale ipotizza che 8.000 anni fa una potentissima eruzione dell’Etna avrebbe provocato un megatsumani dalle onde gigantesche, che, arrivando fino alle coste orientali del Mediterraneo, avrebbero distrutto l’isola di Atlantide. A questa conclusione sarebbero giunti i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che, analizzando alcuni depositi sottomarini nel Mediterraneo Orientale, hanno rilevato che quei detriti appartenevano al collasso avvenuto nell’Etna.

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