Fare legalità a Brancaccio: storia di un progetto che diventa azione e rimette in piedi una palestra simbolo dell’antiracket

( Daniela Scimeca)

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Troppo spesso a scuola la didattica è staccata dall’esperienza quotidiana dei nostri ragazzi, troppo spesso la teoria e la pratica sono lontane e non permettono un riscontro immediato che dovrebbe essere invece necessario per un’azione formativa permanente. A volte però accade che un’idea, un progetto si possano trasformare in azione in grado di coinvolgere istituzioni e cittadinanza che come un’onda si spande e produce i suoi effetti benefici e insperati. E’ accaduto qui a Brancaccio, in questa parte di territorio e di mondo troppo spesso citato nei telegiornali non certo per le belle notizie. Si, proprio qui, dove nelle scuole si cerca in tutti i modi di cambiare la mentalità e di dare delle alternative in grado di riscattare le nuove generazioni pressate da un gravoso fardello: essere nati in un luogo dove non sembra esserci speranza per un cambiamento, dove troppo spesso ci si adegua ad un modo di fare e di vivere che si perpetua di generazione in generazione e mette in letargo coscienze troppo pigre e stanche di lottare.

A volte però qualche anello della catena che attanaglia i giovani improvvisamente si spezza e produce effetti sorprendenti. Tutto è iniziato da un progetto scolastico sulla legalità, nato all’interno del liceo Danilo Dolci su iniziativa del prof. Luigi Barbieri e con la massima disponibilità del Preside Domenico Di Fatta. Il progetto si proponeva di far conoscere ai ragazzi il valore della legalità e farli riflettere sul suo valore attraverso degli incontri-dibattito con alcune persone che hanno portano le loro testimonianze e le loro esperienze. I ragazzi si sono appassionati alla tematica e ogni incontro ha portato riflessioni e proposte concrete. Di particolare interesse si è rivelato l’incontro con Valeria Grasso, proprietaria di una palestra nel quartiere di San Lorenzo (anch’esso ahinoi tristemente famoso) che purtroppo è stata resa inagibile con un’azione vandalica con palese intento intimidatorio da quella parte di società marcia e distorta che chiamiamo mafia. La Grasso, diventata testimone di giustizia, si è dovuta allontanare da Palermo. La storia di questa donna coraggiosa ha interessato così tanto i ragazzi del Dolci che loro stessi si sono proposti di organizzare un’iniziativa per la riapertura della palestra. Di lavoro ce n’era tanto, ma loro non si sono scoraggiati e, nonostante molti di essi siano in quinta con un carico notevole di compiti e interrogazioni, si sono sbracciati e sono riusciti a organizzare due open-days nella palestra della Grasso che diventata così il simbolo della lotta contro il racket, coinvolgendo istituzioni e realtà locali come Cittadinanza per la Magistratura, le associazioni Legalità è libertà, Liberisempre, e Radio100 Passi. Appuntamento dunque martedì 17 e mercoledì 18 dicembre nella palestra “Free Life” di via Matteo Dominici 27/D, dove alle ore 10.00 il sindaco Orlando taglierà il nastro di inaugurazione, seguirà un fitta scaletta di incontri e dibattiti con politici, magistrati, mostre e altro ancora. Un piccolo miracolo dunque che unisce idealmente due parti lontanissime della città di Palermo, come Brancaccio e San Lorenzo, all’insegna della legalità e della buona volontà di un gruppo di ragazzi che rappresenta concretamente tutta la buona volontà e la voglia di cambiare, ci mostra un futuro possibile, diverso, migliore e mette in pratica l’insegnamento di quel padre Pino Puglisi che proprio a Brancaccio fu assassinato perché lottava per la legalità e che per questo è divenuto beato. Forse non è andato tutto perduto, forse questi sono proprio i frutti migliori e questi ragazzi di Brancaccio meritano certamente un elogio che va al di là delle parole.

Un pensiero riguardo “Fare legalità a Brancaccio: storia di un progetto che diventa azione e rimette in piedi una palestra simbolo dell’antiracket

  • 17 dicembre 2013 in 02:53
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    è tutto vero anche se dovrebbero essere i giovani a prendere le iniziative …
    ….e non essere trascinati,, il mondo e le città sono loro e dovrebbero gestirla da subito se vogliono i cambiamenti altrimenti gli eroi purchè siano stati fatti Santi o eroi si saranno martirizzati x il nulla

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