Pensiero a formato standard
(Carmelo Fucarino)
√2 =1,41
Si è partiti dal metro quadrato, l’area più scientificamente convenzionale che possa esistere nei pesi e nelle misure umane. Basta perdersi nelle peripezie della misura più banale e quotidiana, quella del metro, nel 1889 definito su base di distanze terrestri dal Bureau international des poids et mesures su una sbarra di platino-iridio conservata a Sèvres, nel 1960 in base alla lunghezza d’onda nel vuoto della radiazione, nel 1983 alla distanza percorsa dalla luce nel vuoto in 1/299 792 458 di secondo, fino al 1997 in base alla relazione λ = c/ν (λ lunghezza d’onda, c velocità della luce, ν frequenza della radiazione) con accuratezza dell’ordine di 10−10 m. Sulla base di questo metro si è scelto un metro quadrato particolare, quello che corrispondesse ad un rettangolo di lati 118,9 per 84,1 cm.
Si è poi deciso di dividere per quattro l’area per ottenerne una di 625 cm, cioè un rettangolo di cm 29,7 per 21. Esso fu definito per convenzione nel linguaggio di stampa A4, cioè un rettangolo che ha i lati in proporzione pari alla radice quadrata di 2 (√2 =1,41). Utile proprietà del rettangolo: se si taglia in due, se ne ottengono altri due delle stesse proporzioni. Miracolo della matematica e dell’accordo una buona volta dell’ISO (International Standard Organization). Si pensi alla pazzia delle prese per la corrente elettrica le più cervelloticamente diverse negli Stati del mondo o agli spinotti dei cellulari, unici per tipo e modello. La stesura del pensiero ha invece trovato un suo equilibrio di misura, con la precisione però che essa comprende un numero di spazi e di lettere. Se voglio comunicare il mio pensiero devo attendere a precise misure che possono riguardare il numero di battute, ma in genere si marca in cartelle in formato A4. A dettare la legge è stato l’input alla fotocopiatrice e alla stampante. Nella società della tecnica l’uomo è a pensiero in √.