Giselle o le Erinni di amore
(Carmelo Fucarino)
La prima edizione di Giselle si tenne all’Opéra National de Paris, il 28 giugno 1841, protagonisti Carlotta Grisi ventiduenne e Lucien Petipa. Ha 172 anni e li dimostra tutti, nonostante le varie revisioni, che nel corso delle rappresentazioni e in funzione della estrosità dei coreografi l’hanno quasi interamente modificato, fino all’ultima delle tre edizioni di Marius Petipa nel 1899. Al Teatro Massimo di Palermo è stata presentata dal Balletto Yacobson di San Pietroburgo nella versione coreografica di Jean Coralli, Jules Perrot e Marius Petipa. La fama però e le infinite produzioni sono legate ai Balletti Russi di Sergej Diaghilev che fu simbolo di un’epoca del balletto classico.
L’idea fu tutta carica di suggestioni letterarie. Nacque dall’impressione suscitata in Théophile Gautier dal romanzo De l’Allemagne di Heinrich Heine. Al suo libretto diede le musiche uno dei più celebri compositori di musiche per balletto dell’epoca Adolphe-Charles Adam. Al Massimo la statica scenografia del bosco e della capanna rievoca la suggestione del luogo di magie della saga delle Willi, spiriti dei popoli slavi, parenti degli Elfi. Si ripete anche nelle saghe slave la leggenda di fanciulle morte infelici per amore, perché tradite o abbandonate. Così la prima parte della vicenda mima l’amore tradito e la morte di Giselle. A questo punto la protagonista tragicamente morta riappare assieme alle spettrali e vendicatrici Villi che ogni notte al crepuscolo attraggono i traditori d’amore e con l’ausilio di rametti magici di vischio costringono a ballare fino allo sfinimento e alla morte, oppure li gettano nel laghetto. E, sorpresa, l’amore di Giselle, – amor omnia vincit et nos cedamus amori di virgiliana memoria (Buc. X, 69). Il suo amore sfida la vendetta del tradimento e la furia delle Willi, tanto da salvare Albrecht, sorreggendolo nel ballo di un’intera notte. All’alba i fantasmi delle Willi possono svanire assieme allo spirito placato della fanciulla. Questa la vicenda di un amore impossibile tra il principe e la bella, di gelosie e di morte. La sfrenata bramosia di danza di queste figure mitiche sta alla base dell’invenzione del balletto e ne è lo spunto narrativo che si sviluppa in sette temi principali: quattro sono a sfondo popolare, i mietitori, i cacciatori, le villi e Hilarion, tre specifici: il tema della danza e due leitmotiv d’amore. Il corpo di ballo proviene da specifiche esperienze di tipo “miniature coreografiche”, forma specialistica di Leonid Yacobson, suo fondatore nel 1969 (sono dedicate allo scultore August Rodin su musica di Debussy). Sul palcoscenico di Palermo qualcosa non ha funzionato, la vicenda è sfilata con molta mimica e scarsa perfomance di ballo che potesse suscitare entusiasmo. La Giselle di Alla Bacarova non ha completamente convinto, forse un po’ meglio è andata per Artem Pyhacov. Senza slancio e originalità le tre entrate del primo atto e la scena della caccia e del pas de deux, poco convinta e senza mordente la scena madre del Finale (Grand scène dramatique, La folie de Giselle), che dovrebbe scuotere gli spettatori per la sua drammaticità (già annotata nel libretto). Il secondo atto è tutto espresso nelle “apparizioni” e nelle “variazioni”, in un gioco di bravura e di preziosismi, in una gara spasmodica di esperienze di una intera vita da parte delle etoiles. Nessuna sorpresa o eccitazione nello scorrere dei passi, senza grandi entusiasmi. Non conta nulla scrivere sul tabellone dei nomi in russo per far rivivere l’eccezionale e unica tradizione che si fregia del nome di balletto classico russo. Non era un complesso da suscitare deliri, neppure entusiasmi. Puro artigianato in sostituzione di un altro balletto, che per ironia è riprogrammato per la prossima stagione. Peccato per il Massimo, aperto con tanti sacrifici e grandiosi progetti. Eppure si trattava di una prima e di un balletto che questo corpo di ballo ha sempre presente nel suo programma. Con lo stesso balletto la compagnia si esibirà a novembre alla Fondazione Teatro Grande di Brescia, ma avrà ospite d’eccezione nel ruolo di Giselle Viktoria Tereshkina, straordinaria solista del Mariinsky. Scene e costumi nelle più dignitosa tradizione.