Perché bisogna credere nel valore della cultura
( Tommaso Aiello )
Palazzo Reale-Cappella Palatina –Palermo
Due anni fa abbiamo iniziato un percorso dal titolo”Sicilia-Terra di culture” che ci avrebbe portato,attraverso dei saggi mensili pubblicati su vari blog come “Tuttolions, Il Vesprino, Heritage del Centro Studi Helios, Partinico,amore mio”, nonché la diffusione per E.Mail, alla conoscenza graduale della grandezza e della varietà delle culture in Sicilia,con lo scopo di amarla di più e di contribuire,potenziando il turismo culturale,ad uno sviluppo economico concreto e realizzabile. La vita dell’uomo non è solo fatta di conoscenze tecnologiche o mediche o scientifiche,ma anche di cultura senza la quale le altre conoscenze non sarebbero possibili. Il concetto di cultura si è liberato da tempo del senso aristocratico per estendere a tutto ciò che appare solo ad un certo punto della storia della società umana,come risultato di un impegno a rinnovare,e migliorare la qualità della vita,come testimonianza di un passato recuperabile nella sua realtà di sistema,a cui tutto,dalla cancellata in ferro battuto o dall’ex-voto,al sublime capolavoro,si riferisce e da cui tutto riceve il lume di una interpretazione che si approfondisce e si allarga.
L’Annunciata-Antonello da Messina
Per cui,noi continueremo(dopo le vacanze estive) nella nostra strada e presenteremo ogni mese un argomento che di volta in volta affronterà un aspetto culturale della nostra Sicilia:letteratura,storia,arte,archeologia,tradizioni popolari,musica,teatro, ecc.che sono il cibo dell’anima e di cui l’uomo non può fare a meno e solleciteremo chi ci leggerà a pensare che l’umanità è molto complessa e bisogna conoscerne i vari aspetti. Lo scopo finale risulta pertanto identico a quello di chi vorrebbe mettere da parte la cultura,perché solo questa può portare alla conoscenza globale dell’uomo. Come si fa a disconoscerne quello che ha saputo creare? Come si fa a disconoscere realtà come i mosaici di Villa Casale di Piazza Armerina o i templi di Agrigento e Selinunte o il teatro di Siracusa o la Via Etnea di Catania o il Duomo di Monreale o il Palazzo dei Normanni di Palermo o la finissima e umanissima poesia di Quasimodo(Nobel per la Letteratura) o la prosa della sofferenza umana di un Verga o le melodie immortali di un Bellini? Tutte testimonianze ritenute dall’Unesco patrimonio inalienabile dell’umanità e alle quali si avvicinano milioni di persone provenienti da tutto il mondo.La grande storia della Sicilia è intimamente legata ai capolavori prodotti nel corso dei secoli che sono talmente variegati da potere affermare che ci sono molte Sicilie con molte culture. Questi valori della memoria storica,questi segni forti della nostra cultura ci danno uno scopo ad agire,ad operare in un certo modo e non in un altro. Tutelare o restaurare o rivalutare una struttura,un monumento o un capolavoro immateriale per utilizzarlo per la fruizione di tutti,ha una valenza che travalica le apparenze superficiali per andare ben oltre. Si tratta di interventi che risanano la società e quindi l’uomo,per cui se abbiamo recepito l’autentico valore dei BB.CC., questi cominciano a rappresentare un enorme serbatoio di valenze che possono dare a tutti scopi per operare. Ma a che cosa è servito questo sforzo e soprattutto a cosa servirà,se non riusciamo a dare uno sbocco positivo,proporzionato all’incommensurabile presenza dei BB.CC nella nostra Sicilia? Bisogna allora pensare come utilizzare queste conquiste del pensiero. Una risposta adeguata,che è poi quella che tutti,a qualsiasi livello,danno da diversi anni,è quella
G.Serpotta-Oratorio del Rosario in Santa Cita
di utilizzare questi beni nel contesto di uno sviluppo armonico del territorio e conseguentemente finalizzati al potenziamento dell’industria del turismo in Sicilia. Noi non siamo quindi per una cultura fine a se stessa,noi siamo per una cultura viva,capace di contribuire allo sviluppo economico della nostra isola. E allora continueremo nel nostro lavoro,nella speranza che il nostro piccolo contributo possa aiutare a far migliorare la nostra società.
Siracusa-Palazzo Beneventano
Ho letto con molto piacere questo post.
Forse vi risulterà altrettanto interessante leggere l’articolo riguardo a una recentissima scoperta proprio dell’Annunciata di Antonello da Messina. Lo studioso che ha tenuto la conferenza a Bruxelles si chiama Giovanni Taormina ed è un restauratore palermitano.
http://iicbruxelles.wordpress.com/2013/06/13/il-mistero-svelato-alliic-di-bruxelles-la-presentazione-di-studi-inediti-su-lannunciata-di-antonello-da-messina/
A presto.