Una confessione sul progetto Martina

(Natale Caronia)

clip_image001

Devo confessarlo. Inizialmente non ho creduto nel Progetto Martina, lanciato in grande stile dai lions, ricevendone consensi. Ritenevo che i ragazzi, destinatari del messaggio, fossero in altre faccende affaccendati. E poi, statisticamente, i giovani sono meno colpiti dai tumori rispetto agli adulti ed agli anziani. D’altro canto non poteva essere ignorata la volontà di una giovane donna, cosciente di dover morire per un male terribile perchè ne ignorava i segni premonitori, che ha messo a disposizione dei coetanei la sua terribile esperienza e gridare loro: “state attenti ragazzi”. Chi ha frequentato un malato neoplastico cosciente del suo stato, (ed io lo sono stato per motivi professionali), rimane colpito dalla metamorfosi psicologica di chi sa di dover morire: cambia completamente la misura ed il valore delle cose, il pensiero si fa profondo e le preoccupazioni di ogni giorno divengono inezie rispetto all’incognito del futuro imminente; il dialogo si spinge su problemi eterni vecchi quanto l’uomo ed il carattere, anche più scontroso, si ammorbidisce ed affiora l’amore per gli altri. Questo è il messaggio d’amore che Martina ha voluto lanciare ed i lions raccolto, affinchè i giovani conoscano i segni premonitori del male per evitare la prova che Martina non ha potuto superare. Ma forse è altro il motivo recondito che ha cercato rimuovere dalla mia mente il progetto Martina: perché nel mio cuore c’è sempre, mai sopito, il dolore per la morte in giovane età di mia madre, scomparsa per questa malattia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy