LA CITTA’ IDEALE
( Gabriella Maggio)
Siena è la città ideale secondo l’architetto Michele Crassadonia, che vi si è trasferito da Palermo. Convinto ecologista vive controcorrente lottando contro il fumo ed ogni tipo di spreco energetico, sostenuto dal sogno ( prima o poi realizzabile ) di un mondo migliore e più pulito. Suo malgrado precipita in una situazione paradossale in cui viene accusato d’omicidio colposo dell’ uomo che aveva soccorso sulla strada. Non ostante il castello di accuse che lo travolge, mantiene cieca fiducia nella polizia, nella magistratura e nel suo impegno civile. Ma ben presto viene isolato dai colleghi e dai conoscenti, perché nella provinciale cerchia sociale senese la sua presunta vittima è uno che conta, un uomo in vista con il quale tutti vogliono mantenere buone relazioni, mentre lui è soltanto un giovane squattrinato e sui generis tanto da risultare persino antipatico. Lentamente il sogno della città ideale svanisce e Michele comprende che a Siena non ha la speranza di trovare una prova valida ed inconfutabile della sua innocenza; allora fa ritorno a Palermo, come gli ha consigliato la madre.
Michele non può che riconoscere la forza di volontà della donna, quella che ha mostrato già quando ha aiutato il padre in una circostanza simile. Il film affronta temi attuali sui quali ci interroghiamo : quello giudiziario, quello delle relazioni sociali legate alla convenienza, quello dell’acquiescenza al malaffare. Si ha l’impressione che la società sia irredimibile dappertutto a Siena come a Palermo. Il film è un’enciclopedia culturale di Gigi Lo Cascio, riservato ad un pubblico colto che sa leggere e apprezzare e Lo Cascio lo sa bene. Il film sebbene mostri ancora qualche nota acerba si è ben proposto ed è stato ben accolto dalla critica al Festival di Venezia. Come ha detto il regista e protagonista : “Ma questo non è un film contro la giustizia né tantomeno contro i magistrati …Lo definirei un thriller morale dove il tema centrale è quello della verità e della ricerca spasmodica che ne fanno i vari protagonisti perché la verità giudiziaria e processuale ha un’identità diversa da quella personale o assoluta ….il tema dell’ecologia "l’ho scelto perché mi permetteva di creare un personaggio che cercasse l’armonia, l’integrazione fra sé e l’ambiente e che vedesse tutto questo messo a rischio". Determinante nello sviluppo della vicenda è la figura della madre, che incarna la storia familiare e l’ambiente socioculturale d’origine a cui Michele Crassadonia , non ostante il soggiorno a Siena, è ancora visceralmente legato. Nelle ultime scene Lo Cascio ripropone il tema brancatiano del rapporto tra il protagonista e la sua enciclopedia originaria, che è anche quello recentemente affrontato dalla scrittrice Egle Palazzolo in La chiamata, acuta analisi dell’essere siciliani.