Due palermitane per Wagner
(Salvatore Aiello)
Amelia Pinto
La commemorazione wagneriana che vede impegnata molti teatri a riproporre le sue opere, ci spinge a ricordare due grandissime cantanti, una palermitana doc Amelia Pinto, l’altra di adozione Ester Mazzoleni che misero a disposizione del compositore tedesco la loro arte. Amelia Pinto, classe 1876, ebbe i natali a Palermo e dopo la sua formazione a Santa Cecilia debuttò, a soli 24 anni, in Gioconda a Brescia cui seguì, a distanza di un anno, il suo lancio alla Scala. mentore Toscanini, nel Tristano e Isotta con un Tristano di lusso quale Borgatti riscuotendo un enorme successo di critica che la etichettò ”Interprete wagneriana di primissimo rango”. Era facile immaginare che fosse vocata ad incantare i pubblici con una vocalità drammatica e soprattutto splendida per timbro, volume, pastosità, uguaglianza, incisività per come si evince dalla Gazzetta dei Teatri del dicembre 1900.
Le tappe successive della carriera furono legate senz’altro a Wagner e a Toscanini che riconosceva in lei l’interprete ideale e pensare che ad un anno dal debutto era la regina della Scala ove si presentò ne La regina di Saba e nel Mefistofele nel ruolo di Elena. Ma un altro appuntamento l’attendeva a Buenos Aires dove vestì i panni di Elisabetta del suo primo Tannhäuser e in quella stagione organizzata sempre da Toscanini, cantò anche l’Otello, Medioevo latino di Panizza e Tristano e Isotta. Il 26 dicembre terzo incontro con Wagner: Brunilde della Walkiria con esiti trionfali. Nel 1903 fu invitata dal comitato Richard Wagner ad inaugurare il primo monumento di Wagner in Germania ma impegni precedentemente assunti a Varsavia la costrinsero a rinunciare all’invito. Arrivò nel 1904 al Massimo già carica di gloria per i prestigiosi palcoscenici che aveva calcato; la sua voce era stata sentita a Filadelfia, Brooklyn, New York, Baltimora, Lisbona e Varsavia e fu proprio a Palermo che a marzo si presentò col Tannhäuser in uno spettacolo ritenuto di grande bellezza e curato in maniera particolare dall’impresa Laganà. Fu un vero trionfo; tutti i giornali lodarono della Pinto la fervida intelligenza musicale, la grande carica di sentimento, la capacità di dare respiro alle ampie frasi wagneriane ed infine la nobiltà del gesto. Catturò gli ascoltatori fornendo un’interpretazione di Elisabetta dapprima dolce e sentimentale, per assurgere al terzo atto alla tragica e dolente creatura che si immola a Dio per la salvezza del cantore. Nella sua anima viveva la consapevolezza del dolore terreno ma anche la tensione a cogliere il mistero dell’eternità.
Ester Mazzoleni
Era il tempo della Palermo felice dei Florio e il pubblico era capitanato dalla principessa Lanza di Trabia, dalla contessa di Mazzarino, dalla principessa di Galati, dalla principessa Deliella e da tanti altri esponenti della nobiltà che la omaggiarono con doni e fiori. Tornerà a Palermo per Wagner nel 1913 partecipando alla commemorazione che si tenne al Massimo con successo enorme. Un altro appuntamento significativo per la sua dedizione a Wagner, fu nel 1909 a Buenos Aires al teatro Colon dove fu Brunilde del Sigfrido. Non a caso la sua breve carriera che fu troncata per gravi motivi familiari si concluse nel 1916 al teatro Real di Madrid dove apparve per l’ultima volta come Brunilde della Walkiria. La sua parabola artistica certamente, anche se legata particolarmente al suo Wagner, per cui fu ritenuta la più grande cantante wagneriana italiana, fu ricca di altri ruoli significativi; non si dimentichi che fu la creatrice di Ricke della Germania di Franchetti con Caruso e Toscanini alla Scala e che fu anche una memorabile interprete della Gioconda, dell’Africana, dell’Ebrea, della Tosca, della Siberia. A questo punto ci piace ricordare l’altra cantante palermitana d’adozione legata anch’essa a Wagner: Ester Mazzoleni che nel 1906 fece il suo debutto come Freia dell’Oro del Reno al Costanzi di Roma e che legò anche la sua fama di cantante illustre al Tristano e Isotta opera debuttata nel 1911 al San Carlo di Napoli, direttore Mugnone, e poi affrontata l’anno successivo e nel 1918 al teatro Real di Madrid con successo pieno di pubblico e di critica. Le due primedonne s’incontrarono per gioco del destino nel 1906 al Costanzi e fu proprio la Pinto ad incoraggiare la giovanissima Ester a debuttare il Trovatore, cedendole alcune recite e prestandole i propri costumi. Nacque fra di loro una grande amicizia e certamente la Mazzoleni, venuta dalla Dalmazia, mai avrebbe pensato di sposare un palermitano e di venire quindi a vivere a Palermo nuovamente luogo d’incontro delle due amiche che, cariche di gloria e di ricordi, ebbero così modo di frequentarsi più assiduamente. Oggi riposano a poca distanza nello stesso cimitero.