NUVOLE E MITI
( Gabriella Maggio)
Nuvole e Miti è il titolo della nuova raccolta di poesie di Carla Amirante, edita da Carlo Saladino nell’ottobre 2012. Le sette poesie della raccolta sono percorse da una costante tensione che nel fare poesia ricuce ciò che oggi è lacerato, individuandone un ritmo ascensionale, dal caos al cosmo, attraverso il filo conduttore del mito, luogo di dialogo tra passato/ presente e presente/ passato. Fra noi tanti che corriamo e fuggiamo incalzati dal nostro mondo vorticoso, i cui detriti non riescono a diventare “rovine”, come dice Marc Augé, Carla Amirante sente il bisogno di fermarsi a meditare, sottraendosi a un’attualità effimera e manifestando una misteriosa nostalgia del passato che ai suoi occhi si intreccia col presente. Così coglie echi e sussurri dai quali ricompone e dà corpo alla flebile voce dell’età classica, cogliendo il nesso tra visibile e invisibile, notando sopravvivenze con piacere misto a dolore.
Infatti, come afferma Alessandro Aiardi in ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL CONCETTO DI ARCHETIPO ,“ Il mito possiede sempre una propria coerenza interna, dimostrandosi comunque capace di esprimere livelli profondi di sapere, attraverso l’impiego di procedimenti pre-razionali, simbolici, estetici…” . Con questo spirito Carla Amirante riscrive i miti di Orfeo, di Dafne, di Persefone, o dall’oggi di Oltre la vita all’antica storia esemplare di Filemone e Bauci. In posizione chiave è posta Totem, in quanto divide in parti uguali, formate ciascuna da tre poesie, la raccolta. Vi si coglie con chiarezza il pensiero del poeta, intorno al quale trova il suo centro la raccolta: “ fu all’inizio dipinto / ma sole, acqua e vento / scolorito lo resero e…dimenticato fu, esso…..Anni ed anni passati/ ora sono d’allora,/ …..e benché dissacrato/ ancor oggi di lui/ ben vivo è il ricordo….” (vv.17-35). Mentre Nuvole , collocata in apertura dichiara la vocazione fantastica : “ Ad occhi fanciulli/ che sanno sognare,/ molte cose svelano / le nuvole in cielo…” ( vv. 1-4). Il ritmo del dettato poetico è vario, spezzato per il presente, armonioso per il passato, dove con semplicità si scioglie in canto : “ Chiedeva alle fonti affannata: /silenti, tacevano anch’esse…” ( Persefone vv. 186-87) . Dotta e peregrina la prefazione di Fabio Russo, che inserisce la raccolta nel quadro della cultura italiana ed europea con particolare riferimento all’amatissimo Rilke. Ogni testo crea i suoi pretesti.