GARIBALDI IN SUD AMERICA
( Gianfranco Romagnoli)
Fuggiasco dal Regno di Sardegna perché condannato a morte in contumacia per avere partecipato nel 1834 ai moti mazziniani, di cui era stato ritenuto il promotore, Giuseppe Garibaldi, dopo essersi rifugiato sotto falso nome a Marsiglia ed essersi iscritto alla Giovine Europa, si imbarca nel settembre 1835 a Marsiglia partendo alla volta del Sud America.Esule nel continente d’oltreoceano, vi rimarrà per oltre dodici anni. A Rio de Janeiro aderisce alla Giovine Italia locale. Frattanto, la provincia del Rio Grande del Sur, proclamatasi Repubblica indipendente dal Brasile, sta combattendo contro quell’Impero che vuole domarne la ribellione. Garibaldi, da paladino della libertà dei popoli, aderisce al nuovo Stato e, nel 1837 ottiene dal Governo riograndense una patente di corsa.
Con la nave “Mazzini” compie lungo il Rio de la Plata varie azioni fulminee contro il preponderante nemico, con alterna fortuna. Dopo una fuga in Paraguay e in Argentina, torna a sfidare l’Impero in battaglie di terra, respingendo nel 1838 un battaglione imperiale e partecipando nel 1839 alla presa di Laguna, capitale della provincia di Santa Caterina: tuttavia nello stesso anno gli imperiali riconquistano la città e sconfiggono i ribelli. Nel 1841 Garibaldi arriva a Montevideo, dove è accolto con entusiasmo dalla comunità italiana. Nel 1842 sposa Ana Maria Jesus Ribeiro da Silva, l’intrepida Anita la cui vita e morte a fianco dell’eroe diverrà una leggenda. Partecipa come capitano ad una battaglia navale contro l’Argentina, il cui dittatore Rosas, volendo annettersi l’Uruguay, ha posto alla capitale uruguaiana un assedio che durerà dal 1843 al 1851, e difende Montevideo con la leggendaria Legione Italiana, costituita nel 1843 con volontari, che per la prima volta indosseranno la famosa camicia rossa. La scelta di una tale divisa fu del tutto casuale, in quanto Garibaldi confiscò un carico di tessuto, ordinato dal macello pubblico di Buenos Aires per i propri operatori di quel colore, al fine di nascondere le macchie di sangue. Nominato Colonnello dal Governo uruguaiano e preposto alla Marina come Comandante in capo, viene succesivamente nominato Comandante della Piazza di Montevideo. La Battaglia di San Antonio del Salto gli procura la fama internazionale di grande stratega di guerriglia. Nel 1848, poco dopo lo scoppio della Prima guerra d’indipendenza italiana, Garibaldi con la sua famiglia rientra in Italia e, da quel momento, dedicherà la sua vita alla lotta per l’unità e l’indipendenza della sua Patria. Lo precede la fama delle sue imprese americane, il cui ricordo si perpetua visibilmente nel caratteristico poncho che indosserà sempre e che, insieme alle imprese italiane, lo faranno a buon diritto definire l’Eroe dei Due Mondi. Lascia di sé, nell’Uruguay, un vivo ricordo. Il bisavolo materno di chi scrive queste note era un genovese emigrato in sud America, che faceva parte della comunità italiana di Montevideo: sua figlia, mia ava, sposò un colonnello dell’esercito Argentino. Dall’Uruguay proviene, evidentemente la canzoncina che, da bambino, mia madre mi cantava al mattino per svegliarmi, e che diceva:
Levantaves muchachos que las ocho son
Y viene Garibaldi con su batallón.