I DUE FOSCARI ALLA BIBLIOTECA MAZZOLENI
( Marta Santoro)
Di grande richiamo l’appuntamento alla Biblioteca Mazzoleni ai Cantieri Culturali alla Zisa per la presentazione dell’opera I due Foscari a conclusione della Stagione 2012 del Massimo. “Sarò doge nel volto e padre in core” era il titolo della conferenza affidata a Salvatore Aiello, presidente dell’Associazione Amici dell’Opera Lirica Ester Mazzoleni; ospite d’eccezione Leo Nucci che vestirà i panni di Francesco Foscari nella produzione palermitana. Grande passione e puntuale articolata preparazione animava la conversazione di Aiello che teneva a fare il punto sulla collocazione ormai storica dell’opera giovanile del grande bussetano. L’opera si eleva sulla produzione degli “anni di galera” per le distanze che essa prende da quella che l’aveva preceduto ma soprattutto dalla rinnovata vocazione di Verdi a fare del suo teatro il Teatro dei personaggi che si stagliano per la loro inconfondibile cifra drammatica e psicologica.
Affascinato e irretito dal dramma di Byron,Verdi trovò il soggetto bellissimo poiché portatore, nelle sue pieghe intime, del dramma sconvolgente fra la ragion di stato e gli affetti familiari. Francesco Foscari, il grande Doge che regnò per un trentennio, si erge come creatura dai forti caratteri della tragedia greca cui la vita riserva, proprio alla fine di un’esistenza assai travagliata, l’amaro calice di sventure, ingratitudini e tradimenti. A salvarlo da tale precipizio è il suo profondo senso dello stato e la grande dignità. L’opera, come si è evinto anche dagli ascolti, è a lutto poiché tutto precipita verso la disfatta e l’annientamento dei Foscari; Jacopo e Francesco la cui vicenda umana non tocca minimamente né flette i moti del cuore del Consiglio dei Dieci , finiranno il primo col morire esiliato, l’altro cacciato dal trono ormai vecchio e sostituito da vivo, col nuovo Malipiero. La conversazione veniva inoltre arricchita dall’intervento di Nucci che metteva a disposizione dell’uditorio la sua grande esperienza nel ruolo cantato in numerose produzioni con vivo successo perché gli consente di sfoderare le straordinarie doti di cantante-attore, come qualcuno usa definirlo, per l’accesa padronanza del personaggio di cui sa cogliere ogni trasalimento con scavato fraseggio e parola scenica.
Emozionante la visione poi dei video tratti da diverse produzioni: scaligera, parmense e napoletana sempre con Leo protagonista. Una perla rara poi l’ascolto dell’aria: “Questa è dunque l’iniqua mercede” del leggendario Pasquale Amato incisa nel 1909 segno questo che anche in quell’epoca, in cui l’opera languiva per il mutato gusto del pubblico, il personaggio del Doge Foscari interessò quei grandi baritoni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento nel giusto convincimento che fosse il prototipo dei grandi padri verdiani di cui Verdi darà maturi e imperituri ritratti nei capolavori successivi. Applausi finali e viva emozione hanno siglato la serata.