LA PAMPA ARGENTINA
(Gianfranco Romagnoli)
Dopo aver trattato in un precedente articolo di quel simbolo del nazionalismo romantico argentino, che è il gaucho, non posso esimermi dal parlare di quella che è la sua casa: la pampa.La parola pampa, di origine quechua (la lingua degli Incas del Perù) significa semplicemente: pianura. La pampa argentina è infatti una pianura immensa di settecentocinquantamila chilometri quadrati. Sita nella zona centrale del Paese, la Pampa orientale, che comprende un sesto dell’intero territorio nazionale, abbraccia la provincia di Buenos Aires tranne l’estremità meridionale, la parte nord occidentale della provincia La Pampa, la zona meridionale della provincia di Santa Fe e quella orientale della provincia di Cordoba. Ma non tutta la pampa è pianura: c’è infatti la Pampa occidentale, che si estende a nord ovest tra il Rio Salado, il rilievo della Puna e la Cordigliera delle Ande, nella quale sono presenti notevoli rilievi che si alternano alla pianura: ad essi fa cenno la canzone popolare Loca de amor, che parla di anchos de montes frondosos … en el suelo pampeano.
La pianura è fertilissima ed ha un ruolo importante nell’economia argentina: in essa infatti, punteggiata di grandi fattorie o estancias, si pratica la coltura dei cereali e soprattutto la ganaderia, o allevamento del bestiame bovino che vi è presente in mandrie innumerevoli, governate dai gauchos e che fa dell’Argentina una grande esportatrice di carne. Questa immensa pianura è totalmente priva di alberi ad eccezione dell’ ombu (Phytolacca dioica), più un grande arbusto a ombrello che una vera pianta arborea, alla cui ombra i gauchos riposano sorbendo il mate da una zucca. La scarsa popolazione indigena, dai costumi nomadi, ha finito per assimilarsi e fondersi con i gauchos. Omettendo le città, tra i piccoli centri che punteggiano la pampa, come quello in cui nacque Evita Perón, è da segnalare San Antonio de Areco. Sita a sole due ore dalla capitale, sorse nel 1725 al limite con il territorio degli Indios ed ha conservato intatta l’immagine del Gaucho. Qui infatti i gauchos “scendevano in città” per trascorrevi il loro tempo libero. Una delle pulperias, un misto tra negozio, bar e casa da gioco, è conservata nel Museo gaucheso Ricardo Guiraldes, un autore terdo emulo della poesia gauchesca, autore del Don Segundo Sombra (1926). La pampa ha ispirato musicisti e scrittori. Per i primi, ricordiamo il tango Adios, pampa mia; per i secondi il riferimento d’obbligo è, come sempre quando si parla di Argentina, il grande Jorge Luis Borges. Non c’è un suo scritto specificamente dedicato alla pampa, ma questa è uno scenario che ritroviamo spesso nella sua opera, quando parla di gauchos o del tango.