CROCEVIA LINGUISTICO
(Gabriella Maggio)
La lingua di un popolo è il testimone della sua storia. Non fa eccezione la lingua siciliana, come ha dimostrato Carmelo Fucarino nella sua dotta ed esaustiva lezione su “Gli apporti della lingua greca nella lingua siciliana”, per la Società Siciliana per l’amicizia tra i popoli , giovedì 10 maggio nell’aula magna dell’Istituto Platone. Carmelo Fucarino ha percorso in senso diacronico, attraverso le testimonianze della lingua parlata e di quella conservata nei documenti privati, ma anche ufficiali, l’avvicendarsi di varie civiltà in Sicilia fino all’Unità d’Italia.
La ricostruzione storico- linguistica non è stata fine a sé stessa, ma ha dato senso alle iniziative legislative regionali che mirano a valorizzare la lingua e la storia siciliana. In questo contesto allo studioso si pone il problema di capire quale siciliano si debba tramandare alle giovani generazioni che raramente lo parlano ed anzi talvolta non lo conoscono affatto. La lingua siciliana, continua Fucarino, è una lingua dinamica e non unitaria per cui manca di una norma univoca a partire dalla fonetica. Pertanto per rendere operativa la legislazione regionale si devono ancora organizzare i moduli didattici. E questo richiede una profonda riflessione proprio per l’importanza dell’operazione culturale proposta.