Archimede ed il sistema eliocentrico
(Natale Caronia)
A tutti sarà successo, stando d’estate a mare, di guardare la sabbia e chiedersi se è possibile contare il numero dei granelli sotto i nostri occhi. Nel testo “Arenario”, che il siracusano Archimede inviò al tiranno Gelone intorno al 240 a.C., sostenne che il numero dei granelli di sabbia non sia infinito ma quantizzabile e non solo per quanto attiene alla Terra, ma per il Mondo intero, con cui gli antichi greci includevano Terra, Sole e stelle fisse. Quindi egli calcolò il volume del Mondo quantizzando i granelli di sabbia con cui si riempirebbe lo spazio complessivo. Il numero avanzato da Archimede fu di 10 elevato a 51. Tuttavia Archimede, venendo a conoscenza che Aristarco di Samo, suo contemporaneo, aveva ipotizzato un Mondo ancora più grande, col Sole al centro e con la Terra e gli altri pianeti ruotanti attorno ad esso e le stelle fisse più distanti di quanto prima stabilito,( altrimenti la loro posizione celeste sarebbe cambiata nel tempo), aumentò il numero dei granelli a 10 elevato a 63, in relazione al più grande spazio del Mondo.
Ma al di là della effettiva veridicità del calcolo numerico di Archimede per determinare i volumi spaziali, conta sottolineare come Aristarco di Samo sia stato in assoluto l’antesignano della nozione eliocentrica del sistema solare duemila anni prima di Copernico. Interessante è anche ricordare che il filosofo stoico Cleante di Asso sostenne che i greci avrebbero dovuto accusare Aristarco di empietà per aver messo in movimento la Terra, cuore dell’universo. E ciò accadeva duemila anni prima di Giordano Bruno e di Galileo. E’ pertanto destino incomprensibile come l’uomo non riesca a recepire le lezioni della storia e come ostinatamente perseveri nel ripetere sempre gli stessi errori.