TRA UNA PAROLA E UN’ALTRA: CONVERSAZIONI LETTERARIE SU TOMASI DI LAMPEDUSA
( Patrizia Lipani)
Non è facile trovare a Palermo angoli di salotto culturale, luoghi di svago in cui il pensiero esula dal contesto problematico del quotidiano per rifugiarsi nel mondo letterario e rivivere la storia della nostra terra attraverso la memoria che ne ripercorre le tracce. Ma ancora di più non è facile trovare luoghi di piacevoli conversazioni,di interpretazioni storico letterarie, pur nelle divergenze di opinione condotte in modo pacato e rispettoso. Questo è il clima che si presentava agli occhi di coloro che hanno partecipato all’incontro culturale su “Conversazione su Giuseppe Tomasi di Lampedusa”- presso il circolo degli Ufficiali di Palermo il 26 novembre 2011, organizzato dall’Associazione Volo e dai Lions Club Palermo Libertà-Palermo dei Vespri- Palermo New century.
La conduzione della conversazione ha visto tra i relatori la prof.ssa Gabriella Maggio e il dott. Salvatore Savoia. Tomasi di Lampedusa il grande assente dai dibattiti culturali sembra rivivere con le sue abitudini attraverso i ricordi di coloro che hanno frugato tra le carte, di coloro che hanno riletto il suo pensiero nelle molteplici missive, o che hanno rivisitato quei luoghi che hanno ospitato lo scrittore nei vari anni a S.Margherita Belice, S.Lorenzo Colli, Capo d’Orlando. In tal modo Tomasi di Lampedusa riacquista il giusto posto grazie alla sua opera letteraria, il capolavoro de “Il Gattopardo”sintesi matura del suo pensiero, che ben rappresenta la società aristocratica in declino e l’ascesa della borghesia in Sicilia nell’Ottocento. Uomo aristocratico,coltissimo, studioso di autori europei,anche in lingua originale, siciliano sino al midollo,Tomasi amava discutere di letteratura con ristretti gruppi di amici spesso giovani ai quali teneva lezioni su autori francesi e inglesi. Su Lampedusa tanto è stato detto e ipotizzato durante gli anni,ma la sua vera essenza sembra emergere dall’epistolario, in cui lui appare uomo metodico, abitudinario nel quotidiano e in particolare nel rituale della passeggiata giornaliera, riservato, ha vissuto la morte dei suoi avi e della sua città con grande malinconia e sofferenza. Le lettere sono la preparazione alla scrittura letteraria a quel capolavoro scritto del 1956 al quale pensava da più di vent’anni. L’infanzia appare paradiso perduto,troppi ricordi, troppi odori, e colori della sua terra, della sua casa, presenze vive nella sua mente,per questo la scrittura diventa urgenza, bisogno, terapia per prender le dovute distanze da ciò che è vivo e martellante nella sua esistenza. La composizione del romanzo è il frutto di una rinascita,una rinascita che sembra arrivare dalle viscere, da ciò che egli ha costruito nel tempo,quando l’uomo maturo ha preso il posto che gli spetta dopo i dolori della guerra, alla quale partecipa come capitano d’artiglieria, e della distruzione della sua casa con tutti i suoi ricordi. La stesura del romanzo arriva proprio in questo momento particolare della sua vita ma la pubblicazione non in linea con i canoni narrativi dell’epoca gli fu inizialmente negata, sarà la Feltrinelli a curarne l’edizione solo dopo la sua morte,un sogno che l’autore non riuscì a vedere realizzato. Nella figura del Principe di Salina, don Fabrizio uomo colto e appassionato di astronomia,disincantato e malinconico che guarda con distacco e scetticismo gli eventi che sconvolgono la Sicilia e portano alla fine del regno Borbonico rivediamo lo stesso autore consapevole dei cambiamenti traumatici della Sicilia e rassegnato al nuovo stato di cose al punto da consentire il connubio con la nuova classe emergente attraverso il matrimonio del giovane rampante nipote Tancredi con Angelica figlia del rozzo sensale di umili origini, divenuto sindaco di Donnafugata, feudo dei Salina, Calogero Sedara. La Sicilia descritta dal principe assume la condizione esistenziale di una pessimistica visione del mondo in cui domina l’impotenza, il pensiero del nulla e della morte che il principe abbina in maniera metaforica a elementi atmosferici e climatici, ambienti e paesaggi,a lui familiari che rappresentano le condizioni esistenziali attraverso il sonno e sensualità .