Città di mare- undicesima parte

(Gabriella Maggio)

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I due sembrano in grande confidenza, una coppia di mezz’età come tante. Draghinelli ritira il vassoio con i biscotti e lentamente esce dal bar tenendo sotto braccio la donna. Silvia nota che con piccoli gesti impercettibili tiene il controllo del luogo. L’occhio allo specchio, o che gira intorno attento, protetto dalle lenti. Sa di essere osservato o è un’antica abitudine di chi ha fatto l’agente sotto copertura per tanti anni ? Devo seguirlo, pensa Silvia, e non devo scoprirmi. Essere a piedi la scoraggia. Se Daghinelli ha una macchina è fuori gioco. Ma i due camminano lentamente. Si potrebbe dire che passeggiano, guardando le vetrine dei negozi. Silvia si concentra sulla donna. Non l’ha mai vista prima o forse sì ..sul lungomare al chioschetto dei gelati. La differenza è che oggi cammina con lo stesso passo di Draghinelli, perché lui la tiene sottobraccio, mentre la sera precedente camminavano separati. Lei è minuta, ma non bassa, anzi con la testa sfiora il mento di Draghinelli, anche lei ha i capelli curati castano chiari e lenti chiare con la montatura leggera. L’abbigliamento è casual : jeans e maglia in tinta. Silvia li segue a distanza. Presto lasciano la via Cino da Pistoia e svoltano a destra in via Cimabue, proseguono lentamente parlando a bassa voce. La via è piacevole , ombreggiata da ficus e fiancheggiata da palazzine a tre piani con ampi balconi. Purtroppo non ci sono più vetrine e la gente si è molto diradata. Là ci si abita soltanto e si va con uno scopo, per trovare qualcuno.

Il pedinamento è a rischio, pensa Silvia. Ad un tratto i due si fermano davanti un cancello e si guardano intorno. Silvia fa appena in tempo ad avvicinarsi ad un alto cancello, fingendo di leggere i cognomi sui campanelli, imbarazzata suona il primo che gli capita; risponde una voce baritonale – Chi è ? – L’eco si diffonde per la strada solitaria e silenziosa. Silvia trema, ma senza esitazione risponde : – Iolanda del centro estetico, sono qui per lo shiatzu- – – Ma chi è ? – tuona ancora la voce . Draghinelli e la compagna sono ancora fermi davanti al cancello e sembrano occupati a cercare la chiave. Veramente ? O stanno a seguire la scena ? Mi riconoscerà? pensa Silvia. Percepisce la situazione imbarazzante per lei e per Draghinelli. – Rosa mi aveva avvertito, dice Draghinelli alla donna, che c’erano movimenti intorno a me. Non vogliono rendermi facile la fuga- . Il suo ruolo era diventato quasi inutile, Rosa aveva dovuto ammetterlo con lui, pur godendo di una vicinanza invidiabile con la donna incaricata delle indagini, quella a cui avevano dato l’appartamento di fronte al suo. Aveva controllato le sue mosse, sembrava schiva e caparbia. Non aveva potuto fare di più che infilarle un biglietto sotto la porta per darle una dritta. Aveva capito ? Adesso Draghinelli fissa Silvia maneggiando il portachiavi, quella figura smilza e fragile l’ha già vista. Nei corsi di formazione ce n’erano due così. Per scoprire chi è infila la chiave nella toppa ed entra con la donna , poi subito guarda da una fessura tra il muro ed i cardini del portoncino. Infatti non si è sbagliato. Non vedendolo più la donna lascia il citofono e avanza per leggere il numero civico ed i nomi dei campanelli del portone in cui sono entrati. – Il tuo fiuto di vecchia volpe !- gli dice compiaciuta Angela.

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