IN MEMORIA
( Daniela Crispo)
Christa Wolf è morta, dopo una lunga malattia, nei primi giorni di dicembre a Berlino all’età di 82 anni. Autrice di molti romanzi , tra i quali i più famosi in Italia sono "Il cielo diviso", “Cassandra” e “Medea” , ha vissuto il nazismo, la DDR e la caduta del muro di Berlino. Avvenimenti molto importanti per la storia della Germania e dell’Europa, che hanno condizionato anche la sua fama e la sua reputazione di scrittrice, quale persona che non può sottrarsi al suo tempo , nel quale è chiamata a schierarsi e nella durata del tempo non possono mancare le ombre. “Felice la terra che non ha bisogno di eroi” dice il conterraneo Bertold Brecht, in “Vita di Galileo” e con buona ragione. La dittatura è sempre un cattivo affare per tutti, sostenitori ed oppositori, e lo è stato anche per Christa; anche lei qualche volta, forse, ha ceduto, in buona o cattiva fede, ma sicuramente ne ha risposto a se stessa. Contro i maneggi del potere ha scritto riprendendo il mito di Cassandra e di Medea con evidente autobiografismo.
La Wolf in questi romanzi ricerca il racconto della liberazione femminile, del bisogno di pace, della figura intellettuale che ricerca la verità. Nell’anno della caduta del muro scrive :” ..ho sperimentato personalmente il fatto che gli uomini d’un tratto possono gettar via la coperta della passività e del compromesso sotto la quale si sono rannicchiati, per recuperare quello che in loro sorprendentemente è rimasto vivo, ossia l’esigenza di giustizia, di libertà, e sì anche di solidarietà…” . Concludo alla maniera di Christa, cioè con una domanda e non è forse questo l’uomo ? Questa domanda non è formulata per assolvere o sminuire, senza distinguere, ma soltanto per capire.