La cataratta senile
( Corrado Ajovalasit , specialista in oftalmologia , Palermo)
La cataratta è la principale causa di cecità nel mondo, soprattutto nella senescenza, con una prevalenza del 60% nella popolazione oltre i 60 anni e addirittura del 90% dei soggetti oltre i 75 anni. Esistono anche cataratte congenite, infantili, giovanili, traumatiche, secondarie ad altre patologie oculari e sistemiche, iatrogene, ma esulano dall’argomento di questo articolo.
Essa è essenzialmente un opacizzazione ( Fig.1) del cristallino,una delle lenti che compongono il sistema diottrico del nostro occhio.
Anatomia
Il cristallino è una organo trasparente a forma di lente biconvessa, posto dietro l’iride e sospeso nella sua posizione da alcuni sottili legamenti, che formano l’apparato zonulare o zonula di Zinn, tesi tra l’equatore della lente e il corpo ciliare, cioè quella struttura che presenta un piccolo muscolo, detto appunto ciliare, che è quello che contraendosi e rilassandosi agisce deformando il cristallino e consente all’occhio di mettere a fuoco gli oggetti a tutte le distanze.
Nella struttura del cristallino si distinguono tre elementi: la capsula, l’epitelio sottocapsulare e il parenchima a sua volta diviso in uno strato corticale, più esterno, e nel nucleo. A seconda delle zone del parenchima interessate dall’opacizzazione , distinguiamo la cataratta corticale, quella nucleare e quella sottocapsulare posteriore.
Sintomatologia
La cataratta durante la sua evoluzione determina una variazione del potere diottrico dell’occhio con insorgenza di miopia, astigmatismo o ipermetropia , a seconda della tipologia di cataratta. Tutto questo comporta una riduzione dell’acuità visiva, che inizialmente si può correggere con lenti correttive, successivamente con la diminuzione della sua trasparenza il visus continuerà a diminuire senza che sia migliorabile modificando la correzione ottica.
Altri sintomi consistono nella visione di macchie scure, nella visione di aloni colorati attorno alle luci , nella visione monoculare di immagini sdoppiate o triplicate, nella visione alterata dei colori con un ingiallimento delle immagini, abbagliamento alla luce solare o con i fanali delle auto, scarsa visione notturna.
Ma non sempre la cataratta si manifesta con una diminuzione di visus. Avete mai avuto un parente anziano che si vantava di aver riacquistato la vista per vicino e di non aver più bisogno di occhiali per leggere o cucire? Ebbene questo non è un miracolo e non è nemmeno il risultato di chissà quale cura di ringiovanimento, ma è solo il segno di una cataratta che nella sua evoluzione dapprima miopizza l’occhio ( quindi ne migliora la vista per vicino) e poi però porterà comunque ad una diminuzione del visus.
Diagnosi
La diagnosi della cataratta avanzata si può fare con un’osservazione a occhio nudo, negli stadi iniziali ,spetta invece all’ oculista di formulare la diagnosi con una osservazione alla lampada a fessura (Fig.2)
eseguendo una visita oculistica completa con misurazione della pressione oculare e con l’esame del fondo oculare, in modo da escludere altre patologie che possano essere causa dell’abbassamento del visus. Posta la diagnosi è compito dello specialista informare il paziente se è il caso di intervenire appena possibile per l’asportazione della cataratta o se è possibile attendere , prescrivendo eventualmente un occhiale. Infatti la cataratta quasi mai impone un trattamento chirurgico urgente
potendo programmare così con tutta tranquillità la data dell’intervento. Se lo stadio della cataratta è tale da consigliare l’intervento oltre ad un esame complessivo dell’occhio si rendono necessari altri accertamenti specialistici: la biometria (cioè la misurazione della lunghezza assiale dell’occhio) e la cheratometria (cioè la misurazione dei raggi di curvatura della cornea), che sono necessari per il calcolo della lentina intraoculare , nonché una conta delle cellule endoteliali se si sospetta una distrofia corneale di Fuchs che rende l’intervento rischioso.
La chirurgia della cataratta
In Italia ogni anno vengono operate circa 50.000 persone per cataratta riacquistando la vista e potendo tornare a tutte le attività quotidiane della vita.
La tecnica più utilizzata in tutto il mondo per l’asportazione della cataratta è la
Figura 3
Facoemulsificazione (fig.3), cioè la disgregazione del cristallino opacato tramite una piccola sonda che emette ultrasuoni e contemporaneamente aspira i frammenti del cristallino, il tutto effettuando una incisione di circa 3 mm di larghezza. Del cristallino si conserva l’involucro esterno, cioè il sacco capsulare, al cui interno si inserisce la IOL (fig. 4) , cioè la lente artificiale intraoculare che è pieghevole, e che una volta dentro l’occhio si apre riacquistando la sua forma originaria.
Figura 4
Con la tecnica operatoria attuale non si rende necessario nemmeno l’utilizzo di punti di sutura perché l’incisione viene effettuata in piena cornea creando un tunnel a becco di flauto che si chiude con un meccanismo a valvola.
La durata dell’intervento, effettuato in day surgery con anestesia topica, è di circa 10-15 minuti, dopo il paziente potrà tornare a casa, avendo però cura di seguire la terapia prescritta dallo specialista. Dopo 24-48 ore dall’intervento viene effettuato il primo controllo e poi ne seguiranno altri programmati dall’oculista curante. Il recupero funzionale è , generalmente molto rapido, e già dopo il primo controllo molti pazienti notano un miglioramento del visus. Per un completo recupero però bisogna sempre attendere almeno un mese, dopo il quale si potrà prescrivere, se necessaria , una lente correttiva per lontananza, mentre l’occhiale per vicino è sempre necessario, ma dato che in maggioranza si tratta di soggetti anziani già presbiti questo non rappresenta un problema.
Prevenzione
. Un ultimo piccolo accenno alla prevenzione.
Questa patologia è nella maggior parte dei casi legata all’età e come tale può risentire positivamente di una corretta alimentazione, ricca di frutta e verdura, povera di carne e grassi animali,preferendo il pesce ricco in omega-3 ed evitando il fumo di sigaretta. Un altro fattore di rischio importante per la cataratta sembrano essere i raggi ultravioletti, per cui una buona norma di prevenzione è quella di fare uso di occhiali da sole con una buona filtrazione dei raggi UV, soprattutto se c’è un’esposizione alla luce solare prolungata.
Conclusioni
La cataratta è oggi la principale causa di cecità al mondo, per fortuna è una patologia oggi facilmente curabile. Nella nostra regione, come del resto in tutta Italia, l’intervento è a carico del servizio sanitario regionale e i tempi di attesa sono brevi, grazie ad un elevato numero di strutture convenzionate presso cui è possibile operarsi. Purtroppo la situazione non è così rosea in altri paesi più poveri dove ancora oggi molte persone sono ipovedenti a causa di tale patologia.
Gentilissimi,
potreste delucidarmi?
Una cataratta completamente formata (cioé matura, tanto da impedire quindi completamente il visus) in una paziente ipertesa deve essere operata con urgenza o può attendere i circa sei mesi stabiliti per la data d’intervento senza senza che sopraggiungano eventuali complicazioni?
Ringrazio in anticipo. Francsco.