Mitra tra culto e mito

(Carmelo Fucarino)

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Affresco con Tauroctonia nel Mitreo di Santa Maria Capua Vetere (II sec. d.C.)

La formazione di una cultura è un fenomeno assai complesso, perché nel suo sviluppo diacronico e nelle contaminazioni sincroniche, secondo la legge delle aree concentriche, subisce dei fenomeni di simbiosi e di metamorfosi che rendono talvolta difficile districare i suoi fili che hanno contribuito a formarne l’ordito. Questa premessa mi è sembrata necessaria per prevenire il lettore del volume edito da Carlo Saladino e presentato l’11 novembre a Palazzo Palagonia, con gli esperti contributi del prof. Tommaso Romano, del dott. Alessandro Aiardi (pure prefatori del testo) e del prof. Fabio Russo. L’autore Diego Romagnoli, degno figlio di un esperto del mito e perciò delegato regionale del benemerito Centro Internazione di Studi sul Mito, sua eccellenza dott. Gianfranco Romagnoli, che è stato il coordinatore, ha dato l’avvio ai risultati della sua ricerca con questo primo volume Mitra: Storia di un dio. India, primo di una serie che seguirà con l’analisi del culto nella Persia e con un terzo lavoro in due tomi sull’espansione nel tempo in Grecia e a Roma. Come facilmente si evince, è una fatica ponderosa che offre finalmente la sintesi completa di una religione che, storicizzata dal mito degli immensi e stupendi poemi epici in sanscrito, ci ha accompagnato in gioventù, per tutto con i miti del Mahabharata (600-500 a. C.) e del Bhagavad Gita (400-300 a. C.) o con lo stupore degli extraterresti e delle guerre stellari evocati da Peter Colosimo già nei versi del Ramayana (300-200 a. C.).

 

Ho poi ripercorso le strade dell’Oriente in riverberi e allusioni nella ricerca di radici mistiche del mio Pitagora e il vegetarianismo (Palermo 1982), in quei gymnosofisti che probabilmente dovettero influenzare il mitico matematico di Samo, discepolo di Anassimandro che era vissuto tra Asia minore ed Egitto nell’VIII secolo a.C. ed era morto nella nostra Magna Grecia. Ho poi ritrovato altri indizi alle radici della cosiddetta filosofia presocratica (“Spazio vuoto o pieno nella cultura classica”, Palermo,1995), quella vicenda culturale che diventa fondazione occidentale con Platone, inventore di Socrate, e si disperde nei rivoli della specializzazione e della parcellizzazione nella dittatura di Aristotele. Allora la mia indagine sulla scuola ionica mi diede la netta immagine di una religione, in quella generale esigenza di ritrovare un arché, in altri termini una reductio ad unum, che è l’essenza delle religioni orientali.  Questo, per tornare alla mia premessa, è il cerchio che si chiude: dalla religione orientale e soprattutto dall’immensa messe di documenti in sanscrito, come una goccia di acqua perduta nell’Oceano, per cerchi concentrici, la storia dell’Occidente si è sviluppata in una stretta simbiosi e in una contaminazione che ci fa essere quelli che oggi siamo, a Palermo, come a Parigi, a New York, cioè Occidentali. Mitra passò, si mescolò e plasmò la cultura dei presocratici, poi di Platone e dei degeneranti neoplatonici. A Roma e nell’Impero Mitra fu culto e mistica, non solo per qualche imperatore orientale, se in vari luoghi sorsero santuari mitrei e si riunirono fedeli. Poi la scoperta della classicità rinascimentale, tra filosofia e misticismo (dicono qualcosa Ficino e Pico e non solo?), alla trasmutazione araba in Andalusia. Troppo lungo e complicato il tragitto per il fugace discorso di un articolo.

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Lapide del Mitreo di Duino con Tauroctonia

Un promemoria: le lingue greca e latina sono state genericamente classificate dalla linguistica moderna assieme al sanscrito nel gruppo indoeuropeo (Vittore Pisani) e le grammatiche storiche ne hanno sceverato le radici comuni e le strette parentele. La trasmissione scritta del pensiero fu perciò ab ovo indo-europea, nonostante il reciso rifiuto socratico dell’imperfetta scrittura e pur con le dovute cautele. E cosa dire dello strumento comune del canto dell’aedo, lo stupendo inarrivabile perfetto esametro dattilico? Così si fece canto di dei e di eroi, dello spirito primigenio dell’anima umana. E poi la tauroctonia cretese del Minosse toro e le varie persistenze taurine nel mito mediterraneo fino alle odierne tauromachie della plaza de toros, prossime alla chiusura per legge in Andalusia, che si risolvono nei paesi ispanici nella rituale tauroctonia.  Possiamo dirlo, senza essere blasfemi. Siamo noi anche Mitra, perché l’Oceano che ci ha formato ha ricevuto anche quella goccia di rugiada vedica. Merito dunque allo studioso che ci discopre parte delle nostre primigenie radici.

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