Il vino siciliano

(Natale Caronia)

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Nel ricordo collettivo di noi siciliani è impresso come, in passato, mosto e vino sfuso dell’isola prendevano la via del settentrione e della Francia perché non riuscivamo a commercializzare un prodotto della terra che era di bassa qualità. Poi nacque l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, istituzione meritoria per la comunità, alla cui direzione venne chiamato come commissario Diego Planeta, dell’omonima Casa vinicola, uomo di ampie vedute, viaggiatore, che ebbe la felice idea di invitare in Sicilia un enologo di fama internazionale: Giacomo Tachis. Da allora in poi è cominciata una nuova stagione per la vite vinicultura siciliana; partendo dalla conoscenza del territorio, dalla scelta dei vitigni da impiantare, da sistemi e tecniche di vinificazione, dalla collaborazione con l’Università di Palermo, che ha istituito dei corsi di laurea in Agronomia a Marsala, si è ottenuto finalmente un prodotto di qualità, imbottigliato in Sicilia. Così, negli ultimi venti anni abbiamo assistito ad un progressivo miglioramento della qualità del vino siciliano che ora viene esportato con etichette nostrane. L’Istituto della Vite e del Vino sviluppa anche ricerca scientifica sui terreni, sul genoma delle viti, sui lieviti responsabili della fermentazione etc. Il Prof. Gianfranco Moschetti, della Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo ha fatto anche l’interessante scoperta dell’influenza degli uccelli nella diffusione dei lieviti nel territorio, aggiungendo un’altra variante nell’aggrovigliato sistema vitivinicolo.

 

Si è svolto recentemente nell’Aula Magna del Palazzo Steri un convegno organizzato dall’Enohobby Club di Palermo, avente come tema l’exploit dell’enologia siciliana. Vi hanno partecipato relatori italiani e stranieri; tutti sono stati concordi nel confermare gli ottimi risultati raggiunti dall’enologia isolana, grazie al sole, ai terreni ed al lavoro svolto dagli enologi, ma altrettanto concordi sono stati nell’affermare che, se vogliamo veramente conquistare i mercati internazionali, dobbiamo dedicarci ai vitigni indigeni. Criticato da parte francese è stato il coltivare in Sicilia vitigni stranieri, come lo Chardonet, il Merlot, il Sirah, il Gewurztraminer etc., in quanto sono vitigni coltivati in terreni diversi da quelli d’origine, che fanno assumere al vino sapori differenti, non riconducibili a quelli a cui sono educati i palati degli abituali consumatori di quelle varietà. D’altro canto questi vitigni sono coltivati anche in California, in Australia, in Cile etc., per cui viene a mancare il tratto di personalità del vitigno legato al luogo di nascita e di produzione del vino siciliano, al terreno ed alla sua lavorazione da parte dell’uomo: in una parola, il terroir, che fa la caratterizzazione e l’unicità del prodotto. Questa, unanimemente, viene indicata come via vincente. Prova ne sia il successo che stanno riscuotendo i vini dell’Etna, ove riscoperta di vecchi vitigni, terreno vulcanico, sole e tecniche aggiornate di vinificazione e disciplinari rigorosi, stanno producendo vini sensazionali ed unici. La superficie siciliana coltivata a vigna è di 115.685 ettari; per tipologia di vitigno il 28% è piantumato a cataratto bianco, il 16% a nero d’avola, il 6% ad insolia, il 5% a trebbiano, il 5% a cataratto lucido, il 4% a grillo, il 4% a syrah, a chardonnay, merlot etc.(fonte: Assessorato Regionale all’Agricoltura e Foreste). Allo stato attuale esiste un solo vino siciliano DOCG (d’origine controllata e garantita, il Cerasuolo di Vittoria), e 22 DOC (d’origine controllata); tutti i restanti, seppur ottimi vini, vengono commercializzati come IGT (indicazione geografica tipica), livello più basso nella valutazione qualitativa e con minor valore aggiunto nella scala di valore commerciale e remunerativo. Dunque parecchio c’è ancora da fare; ma se pensiamo alla strada che ha fatto nel tempo il vino francese, con cui vogliamo confrontarci , è naturale che la via che il vino siciliano deve percorrere sia ancora lunga; ma ci siamo ben incamminati, come dimostrano le molte vittorie di svariate etichette di eccellenza riportate dai vini siciliani in concorsi internazionali.

Un pensiero riguardo “Il vino siciliano

  • 1 novembre 2011 in 06:27
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    complimenti bravi vr

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