LIBERO SFOGO DI UNA CONSUMATRICE

(Lavinia Scolari)

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Vi ruberò qualche minuto del vostro tempo per raccontarvi la storia di una consumatrice, la mia. Il 14 Luglio 2011 mi reco presso un noto negozio di ottica di Palermo, in pieno centro, che vende anche cellulari e telefonia mobile, presso il quale acquisto un LG GS290 per il costo di 89,00 euro.  Ieri, 16 Ottobre 2011, dopo appena 3 mesi il touch del cellulare cessa di funzionare e dal momento che non ha tasti, ma solo la funzione touch per me diventa impossibile utilizzarlo. Poiché l’apparecchio è in garanzia mi reco presso il rivenditore l’indomani di buon mattino e si rifiutano di sostituirlo, bensì mi dirottano all’unico centro assistenza LG di Palermo, dove in realtà non è concesso ai tecnici di “mettere mano ai cellulare LG” parole testuali dell’impiegato che mi riceve. I telefoni possono solo essere spediti alla sede LG di Milano. A ogni modo, anche qui si rifiutano di sostituirlo, come io, secondo la legge, ho il diritto di chiedere, e mi dicono che dovranno inviarlo a Milano. Non avendo altra scelta, accetto, ma per motivi di studio dovrò lasciare Palermo a breve, dunque sarò senza cellulare, e non so quando riceverò lo stesso riparato.

Non solo, ma mentre mi trovavo al centro di assistenza in fila, ho potuto constatare che almeno tre persone con problema in un caso identico (stesso cellulare, stessa marca, steso modello, stesso problema)  e negli altri due casi simile (cellulari di marca diversa) tornavano al centro assistenza per la seconda e terza volta perché il guasto che non era stato risolto, nonostante la riparazione, o per il sopravvenire di un nuovo difetto o problema. Una signora, esasperata dopo l’ennesima visita al centro assistenza, ha richiesto la sostituzione, ma l’addetto ha dovuto spiegarle che la LG deve dare l’autorizzazione, cosa che, ha lasciato intendere, non accadde molto spesso. Vorrei sottolineare che sono stata io stessa a eseguire questo lavoro di trasporto dell’apparecchio guasto, e non il rivenditore, nonostante secondo la legge sia quest’ultimo ad avere l’onere delle spese di ritiro e invio della merce difettosa. Infatti, per non essere imbrogliata o per non avere lesi i miei diritti di consumatrice, occorre che mi faccia “esperta giurista” e vada a leggere il decreto che mi interessa. Ed è quello che ho fatto. DECRETO LEGISLATIVO 2 febbraio 2002, n. 24 Attuazione della direttiva 1999/44/CE su taluni aspetti della vendita e delle garanzie di consumo. (GU n.57 del 8-3-2002 – Suppl. Ordinario n. 40 )

art. 1- 1519-quater (Diritti del consumatore). – Il venditore e’ responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformita’ esistente al momento della consegna del bene.

(…)

Il consumatore puo’ chiedere, a sua scelta, al venditore di riparare il bene o di sostituirlo, senza spese in entrambi i casi, salvo che il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all’altro.  Ora, io mi chiedo: è normale che quello che è accaduto a me, accada? E’ secondo la legge che una merce in garanzia, difettosa e inutilizzabile (non era un problema di batteria, ma generale, di touch in un cellulare touch, è come se di un mulino non funzionassero le pale) non venga sostituita? E’ normale che il venditore non abbia nessun tipo di responsabilità e che io debba ritrovarmi senza cellulare per un tempo di giorni imprecisato? E’ giusto che il consumatore sia costretto a comprare un nuovo cellulare, nonostante il primo sia ancora in garanzia, o tornare a utilizzare quello vecchio, se ancora esistente e funzionante, perché la riparazione verrà effettuata chissà quando, e nessuno si degni di sostituire una merce difettosa dopo tre mesi (non tre anni) dall’acquisto? In effetti non ha molto senso questa mia indignazione. A Palermo, in Sicilia, in Italia, accadono cose ben più gravi e peggiori. Forse la risposta è: sì, è normale che un’inezia come questa accada.

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