Città di mare

( terza parte)

(Gabriella Maggio)

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Silvia non sa chi le è stato assegnato come contatto. Tutto nell’organizzazione si svolge nel più completo segreto. Così è stato per il suo arruolamento, tre anni prima. Non si era neppure accorta di quello che stava accadendo intorno a lei. Era così presa dalla solitudine che trovava gradevole qualunque contatto umano. Sull’autobus ha trovato posto a sedere vicino al finestrino di tanto in tanto guarda fuori , ma non perde di vista i passeggeri. Sono pochi, tutti extracomunitari, stanchi. Ad un incrocio l’autobus è costretto a rallentare, allora le pare di vedere sul marciapiede un uomo alto, magro con gli occhiali ed i capelli chiari. Dal ritmo del passo e dai movimenti delle braccia non ha dubbi è Draghinelli. Alla prima fermata scende e torna indietro. Il quartiere è affollato, i marciapiedi sono ingombri della merce di venditori ambulanti. E’ difficile camminare e nello stesso tempo osservare. Guardandosi intorno non trova nessun indizio. Silvia si pente di avere assecondato il primo impulso. E’ l’errore dei principianti. Dove può cercarlo ? Draghinelli abita lì o è solo di passaggio?

Ma è davvero lui ? Decide di percorrere la strada del quartiere. Spera di essere fortunata e trovare qualche altra traccia. E il contatto della mattina? Si presenterà a quello del pomeriggio. Mentre procede a stento tra le ceste piene di ortaggi ripensa all’uomo che ha notato. Di Draghinelli ha una foto non recentissima, di persona l’ha visto forse tre volte, durante il periodo di addestramento. S’aggirava nei locali in cerca di qualcuno. Chi ? Silvia conosceva soltanto gli istruttori del corso e si era accorta che lo trattavano con ammirazione, perché aveva portato a termine con successo diverse operazioni complicate. Ma erano passati tre anni. Forse era cambiato, forse … anche la fotografia era ormai poco utile … Eppure c’era un particolare che ricordava ed era sicura che glielo avrebbe fatto riconoscere subito, la mano destra chiusa a pugno. Qualche volta con una copia di giornale arrotolata. Dal rotolo non si distingueva il nome del quotidiano e neanche i titoli degli articoli. Percorre tutta la strada, ma non vede nulla di utile. Le viene in mente la scena classica del film poliziesco quando il detective di turno mostra in giro la foto della persona che cerca e magari trova l’indizio che risolve il caso. Già, nei film. Ma qui in questa strada, tra queste persone tanto simili a lei come può distinguere la persona adatta a cui rivolgersi ? Ha pure lasciato la foto a casa. Allenta l’ansia pensando ad altro. Ha fame, è stanca, entra nel primo bar che trova. Chiede un panino grigliato con prosciutto e verdure fresche, un bicchiere d’acqua minerale gasata ed aspetta al banco. – Perché non sale su e si siede al tavolo? Il prezzo non cambia- dice il barista.

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