Città di mare ( seconda parte)
(Gabriella Maggio)
Alle nove del mattino Silvia esce, gira velocemente la chiave nella toppa ed infila le scale prima che la vicina possa aprire la porta e fermarla con qualche scusa. E’ sicura che l’ha osservata dallo spioncino e che poi la segue da qualche finestra. Per fortuna il portone d’ingresso è vicino all’angolo della stradina con una strada larga piena di gente e di macchine. Nel flusso dei pedoni adesso può rallentare il passo e guardarsi un po’ intorno. Sulla mappa della città ha localizzato l’ultimo domicilio di Draghinelli. Vuole andare a vedere i luoghi da sola, prima di stabilire contatti. Non ha molto tempo a disposizione, lo sa che hanno già previsto ogni sua mossa, ma qualche ora di autonomia forse ce l’ha. Sale su un autobus pieno di gente. Scende dopo qualche fermata e ne prende un altro fino in via C. da Pistoia. Gira l’angolo di via Crocini e si dirige verso il portone n.45. Il portiere che ozia davanti all’ingresso le chiede chi cerca. Silvia gli porge un plico dell’agenzia immobiliare “ Casa, dolce casa” – Per il Signor Draghetti.- Draghetti qui non ce ne abitano, risponde ironico, però qualche mese fa c’era un certo “Draghinelli” , che improvvisamente uscì di casa, e sparì nei primi del mese di giugno, senza pagare le spese di portineria.- Il plico non può prenderlo. -‘Sto Draghinelli, continua con una punta di cattiveria, aveva un fare militare, sempre come se desse ordini, andava e veniva dal Bar Centrale, senza mai una parola, una battuta, una regalia, ma chi credeva di essere ? – Silvia ripone il plico nella borsa e si avvia al Bar Centrale. Ordina un’acqua tonica.
Il bar è arredato con gusto barocco, è pulito, la pasticceria fresca, l’assortimento di liquori ricco. Segno che è molto frequentato. Ci sono dei tavoli occupati da anziani, che leggono il giornale e scherzano sulla politica. La cassa è interamente ricoperta di tagliandi colorati delle lotterie e delle comunicazioni dei biglietti vincenti. Sopra tutto fiammeggia una scritta: “ Questo è il bar della fortuna”. La cassiera biondissima, con lunghe unghia laccate di rosso, invita i clienti a comprare qualche biglietto. E’ il posto migliore per dare e ricevere comunicazioni, pensa Silvia. La gente entra ed esce in continuazione, non c’è il tempo di notare nessuno. Soltanto la cassiera e l’addetto alla macchina del caffè possono notare qualcosa. – Perché non compra un biglietto ? Vedrà che vince- dice la cassiera ad un giovane. –ha vinto persino un morto!- Ma che dice ?- Sì, è così, hanno trovato il biglietto vincente addosso ad uno morto, nella discarica nuova a giugno. Il biglietto è stato venduto qui. Io me lo ricordo chi l’ha comprato, veniva spesso a prendere il caffè. Un uomo alto, magro, distinto, con i capelli un po’ trascurati. Poverino! Aveva vinto il primo premio.- Silvia ha ascoltato; la descrizione del morto, sembra quella di Draghinelli. Ma se le hanno detto che è scomparso? Si è lasciata suggestionare? Torna lentamente alla fermata dell’autobus, si sposta verso il centro della città dove troverà il primo contatto.