DALLA PITTURA ALLA NARRAZIONE
Itinerario culturale di Rosa Maria Ponte
( Gabriella Maggio)
Nella primavera scorsa la pittrice Rosa Maria Ponte esordisce come autrice del romanzo NEL CUORE DELLA NOTTE, edito da La Zisa. Nell’intervista la scrittrice ci spiega , se vuole, il cammino della sua fantasia da una forma d’arte all’altra.
Allora Rosa, vuoi raccontarci cosa ti ha spinto ad esprimerti con le parole e non col disegno e i colori ?
Ho iniziato ad esprimermi col disegno prima di imparare a leggere e scrivere e, come gli uomini primitivi, ho usato la scrittura molto tempo dopo. E ora vivo due vite che tra di loro non hanno niente in comune: quella di pittrice e quella di scrittrice esordiente.
Che cosa hai imparato dalla scrittura quotidiana ?
Scrivendo ho appreso una grande quantità di sinonimi.
C’è una relazione tra la figura femminile che dipingi ed il personaggio di Barbara ?
Ho dipinto parecchie figure femminili, alcune le ricordo, altre le ho dimenticate. Probabilmente tra queste ce n’è qualcuna che somiglia a Barbara.
Perché hai scelto il nome Barbara ?
Quando sono nata si cominciava a dare ai figli nomi che non erano quelli dei nonni, come voleva la tradizione, specialmente nel Sud. Ed ecco comparire le prime Barbare, Patrizie, Loredane. Il tempo delle Deborah, con l’acca finale aspirata, era ancora lontano. Purtroppo i miei genitori hanno preferito seguire l’usanza, ecco il perché del mio nome un po’ banale, che ritengo non mi somigli. Avrei preferito chiamarmi senz’altro Barbara e, perché no? Patrizia o Maura, che è il nome di un altro mio personaggio. Penso che con quei nomi si possa affrontare più allegramente l’avventura della vita. Ma soprattutto con più coraggio. Ora voi mi direte che questa mia Barbara di coraggio ne ha avuto ben poco, soprattutto in amore. Forse il nome di questa santa, che protegge dal fuoco, l’ha eccessivamente protetta per cui è prevalsa in lei la paura per i grandi sentimenti che le era stata inculcata, sia direttamente che indirettamente, sin da piccola. Pertanto credo di essermi sbagliata nella scelta del nome di questa mia eroina, ma me ne sono accorta a romanzo ultimato, quando ormai mi ci ero affezionata. Sicuramente Rosa o Maria sarebbero stati nomi più adatti.
Da piccola come ti immaginavi il tuo futuro?
Pieno di avventure di mare, di velieri e di tesori ritrovati, come i libri che amavo leggere.
L’opera sarà presentata il 23 agosto alle ore 18.00 nell’Aula Consiliare del Comune di Prizzi, di cui l’autrice è cittadina onoraria.
(“I ricordi tenendosi per mano, come in una vorticosa danza, riempirono gli spazi vuoti della sua mente”)
Nel suo primo romanzo, la pittrice Rosa Maria Ponte parte dalla sua esperienza personale per inoltrarsi nei meandri del passato. Tra vicende accadute, personaggi realmente esistiti e immaginari, l’autrice, ci conduce per mano, in un mondo fantastico, anche se sempre collegato alla realtà.
E’ un tuffo in un mondo che ormai non esiste più ma che l’ha per sempre e profondamente segnata. La solitudine, che sembra essere il filo conduttore del romanzo, non è mai disperata. Nei momenti difficili e dolorosi, la protagonista trova sempre la forza di reagire. I ricordi delle persone, che ormai non ci sono più ed a lei molto care, le permettono di continuare il cammino della vita. Tali ricordi non sbiadiscono col tempo, permangono vividi nella mente di Barbara tanto che, nell’intreccio delle vicende, diventa difficile distinguerli dalla realtà.
La realtà è dolore : solo il ricordo e la lettura dei suoi amati libri le permettono di sopportare l’esistente. L’autrice con magistrali pennellate , come nei suoi quadri, riesce ad introdurre, nella vita di Barbara, esperienze personali e di trasfigurarle in fiaba.
Anche nel tradurre il “Principe Felice”, Barbara ripete lo stesso gesto della zia, persona, a lei molto cara e da cui ha ereditato sensibilità ed amore per i libri. In quei momenti, rivive le stesse sensazioni e gli stessi stati d’animo di quando era ancora una bambina felice e spensierata.
L’amore e l’amicizia che hanno un ruolo importante nella sua vita appaiono come momenti fugaci che non la salvano dalla sua solitudine.
Il finale lascia il lettore nel dubbio. Chi è l’ospite tanto desiderato e inatteso che arriva “nel buio della notte”.
L’amore? La morte? La speranza?
Pro.ssa: Rosa Faragi