I TQ
( Lietta Pasta)
In questi ultimi mesi ci sono novità nel mondo della cultura : i T Q . Sono scrittori tra trenta e quaranta anni, che si interrogano sul ruolo sociale degli scrittori, delle case editrici, dei luoghi in cui usualmente si fa cultura. Progettano una nuova fase d’impegno intellettuale dopo anni di assenza. I TQ scrivono in un loro manifesto che “ il nuovo secolo appare ancora come un Novecento svuotato di senso. Sono caduti insieme alle ideologie anche gli ideali ….la forza del futuro“. La crisi profonda che viviamo in questi giorni assegna a ciascuno di noi nuovi doveri, soprattutto ci impone una riflessione sul nostro recente passato, ma anche di lanciare almeno uno sguardo verso il futuro per delineare un progetto di società migliore.
La cultura non può sentirsi esonerata. Anzi deve prendere o riprendere il suo ruolo guida, uscendo dai luoghi tradizionali, dalle torri d’avorio, dai privilegi garantiti e “sporcarsi le mani”mescolandosi con la gente, ascoltandone esigenze e gusti reali. Deve contrastare la rozzezza dei tempi e l’incultura troppo diffusa, la logica della quantità che prevale sulla qualità con un progetto di ampio respiro che sia in grado di suscitare curiosità ed interesse ed avvicinare alla cultura quante più persone è possibile. Questi T Q conoscono bene il mondo della produzione e della divulgazione della cultura perché ci lavorano dentro, ed è un vantaggio. Anzi i TQ sono una risorsa, sostiene Nicola Lagioia. Altri al contrario li criticano perché ritengono che il loro sia un modo piuttosto spregiudicato di individuare ed affrontare i problemi culturali nei manifesti e nei forum, proprio perché sono organici al sistema culturale. Io credo che una critica che si fondi su fatti concreti e conosciuti sia preferibile a quella astratta. E siccome mi pare di cogliere in giro una sempre più diffusa stanchezza di come vanno le cose e una voglia di cambiamento, anche nel mondo culturale, incoraggiamo i TQ al di là dell’anagrafe.