VIVA SANTA ROSALIA
(Renata De Simone)
Togliete tutto ai Palermitani, ma non toccate il festino! Quei tre giorni di allegra profana sregolatezza mista a fiduciosa attesa che la Santuzza interceda presso un Potente al di sopra di qualsiasi altro terreno protettore, i cui favori non hanno un prezzo né richiedono alcuna contropartita. Liberaci, Santuzza, dal peso dei giorni presenti e dal nero addensarsi di ombre che oscurano il nostro futuro, come hai liberato la città di Palermo dal flagello della peste del 1625. Questo grido sembra uscire dalla bocca dei devoti insieme al vociare di canti che accompagna il percorso cittadino del carro con l’effigie della vergine eremita. E’ così da secoli. Ai primi giorni di luglio Palermo si prepara a festeggiare la sua benefattrice. Gli amministratori della città hanno sempre accolto, anche in tempi critici, il tacito invito dei palermitani a celebrare al meglio la loro patrona.
Ecco cosa avvenne nel luglio del 1817. Dalla Relazione dei festeggiamenti promossi dal Pretore D.Giuseppe Reggio Saladino e dal nobile Senato di Palermo in onore della gloriosa S.Rosalia, vergine palermitana (per le stampe di Filippo Barravecchia, impressore dell’Ecc.mo Senato) si ricava un affresco a forti tinte dell’atmosfera cittadina nelle calde giornate di festa, con le vie del centro accese di luci e impregnate di suoni. Il programma è denso di eventi. Le manifestazioni, della durata di 5 giorni , sono affidate ai noti talenti del Senatore don Simone Tarallo duca della Ferla ; si comincia l’11 luglio con la processione del carro della Santa, di nuova e sontuosa foggia, accompagnato da cori di musici che diffonderanno ad ogni sosta gradevoli armonie. La sera il popolo è invitato alla Marina di Porta Felice per godersi un’illuminazione a giorno, creata da un artificioso viale di piramidi accese e variopinte disposte con eleganza sino alla villa Giulia e uno spettacolo di fuochi pirotecnici prodotti da una macchina scenica, come si usava in occasioni di feste cittadine. Collocata nel lungomare, rappresenta Castel S.Angelo, sontuoso Mausoleo dell’Imperatore Adriano, fiancheggiato da due fontane, eruttanti coloratissimi fuochi. Anche la villa Giulia sarà sfarzosamente illuminata con file di piramidi accese e ospiterà una Loggia dove verranno eseguite gradevoli sinfonie. Piazza Vigliena sarà adorna di pitture trasparenti raffiguranti le gesta di S.Rosalia; concluderà il percorso di luci una grande Aquila illuminata. Nel II, III e IV giorno ci saranno in via Toledo corse dei più agili destrieri e delle più generose cavalle provenienti da tutto il Regno allettate da ricchi premi e la sera ancora il Carro in processione e fuochi alla Marina. La IV sera luminarie al Cassaro e nella fonte Senatoria e infine la cerimonia religiosa con Messa solenne pontificale in Cattedrale e processione dell’urna d’argento con le ossa della Santa, con grande seguito di Compagnie, Confraternite e Comunità Regolari. Poi le luci si spegneranno, i suoni si smorzeranno, nelle strade di Palermo rimarrà l’odore della cera sciolta, dei fuochi consumati e dell’incenso bruciato; negli occhi l’immagine dello sfarzo e nelle orecchie l’eco delle sinfonie. E Palermo ricadrà nel quotidiano travaglio di sempre.