Bloc-notes da Siracusa per gli amici del Lions Vespri

(Carmelo Fucarino)

 

image

Sono tornati per il XLVII Ciclo di Rappresentazioni Classiche 2011 sulla suggestiva scena di Siracusa due drammi rivisitati per la seconda volta dopo tanti anni. L’Andromaca ritorna dopo 46 anni, essendo stata rappresentata assieme all’Eracle soltanto nella stagione 1964 (XVIII Ciclo), il Filottete dopo 27 anni, rappresentato assieme all’Oreste nella stagione 1984 (XXVIII Ciclo). Ed erano state due edizioni di altri tempi. Allora Eracle era stato recitato, nella versione di Salvatore Quasimodo e con musica di Bruno Nicolai, da un cast eccezionale: Sergio Fantoni (Eracle), Arnoldo Foà (Lico), Valentina Fortunato (Megara), Carlo D’Angelo (messaggero), Arnaldo Ninchi (corifeo). L’Andromaca non era stata da meno: era andata in scena nella traduzione del grande grecista Raffaele Cantarella, diretta da Mario Ferrero con musica di Angelo Musco. Chi ricorda questi attori può capire perché fu allora una interpretazione emozionante: Anna Miserocchi rivisse il dramma di Andromaca, Ilaria Occhini l’infelice Ermione, Arnoldo Foà l’insensibile Menelao, Ivo Garrani il mite Peleo.

image

Tuttavia l’altro ciclo del 1984 con il Filottete è più vicino alla mia esperienza, perché legato alle biennali frequentazioni del teatro durante la prodigiosa gestione di Giusto Monaco (dal 1973 alla fine degli anni ’80) e alle impressioni forti che suscitavano le interpretazioni del teatro classico in una certa generazione di giovani patiti del teatro antico. Sulla scia di queste suggestioni avrei iniziato il mio percorso di edizioni classiche con il commento delle Supplici di Euripide, rese allora dalla Scuola di Teatro dell’INDA con il titolo allusivo di Le Madri nella successiva stagione 1986. Filottete fu rappresentato assieme all’Oreste, rivissuto da Franco Branciaroli, con la regia dello straordinario maestro, Luigi Squarzina, che cercò allora di mettere in evidenza il carattere sperimentale della drammaturgia euripidea. Il doloroso Filottete fu diretto invece da Walter Pagliaro, consueto a Siracusa, con musica di Arturo Annechino. Il cast assai scarno, ma di eccezione: Piero Di Jorio (Ulisse), Giulio Brogi (Filottete), Giuseppe Pambieri (Neottolemo), Edoardo Siravo (falso Mercante), oggi assai noto per i commissari televisivi più che per l’intensa carriera di teatro classico (ora a Giardini Naxos), Claudio Puglisi (Corifeo). E la voce che risuonava fra quelle fronde stormenti, quella voce particolare, stentorea e accattivante, di una sonorità inconfondibile, quella sequenza timbrica ammaliante, l’Ercole al quale dava la sola voce Turi Ferro.

image

Allora si stava sugli spuntoni di roccia dell’estremo crinale e immancabile appariva con la sua figura allampanata e il volto sorridente Giusto Monaco, che mi scrutava con occhio ammiccante e prediceva grosse sorprese scenografiche. Indimenticabile l’incedere del trenino. Ho dimenticato tutte le altre predette sorprese, ma rimane indelebile quel respiro arcano che si levava dalla scena, quelle voci che risuonavano chiare, calde e umane, nel ritmo melodioso della parola non profanata, senza il metallico gracchiare degli amplificatori.

image

Quella schiera di attori di eccezione, per ricordare i più vicini alla memoria, Glauco Mauri, Tino Buazzelli, Giuliana Lojodice e Aroldo Tieri, Lydia Alfonsi e Gianni Santuccio, Michele Placido, Valeria Moriconi, Nino Castelnuovo, Anna Proclemer, Piera degli Espositi, Paolo Graziosi, Gabriele Lavia, per citare a caso solo alcuni di quelli che sono passati anche da Siracusa e che hanno fatto la storia del teatro italiano di quegli anni, senza far torto alle altre centinaia di interpreti.

Allora erano le dotte discussioni sulla resa di un testo classico, letterale o attualizzata, sul numero dei coreuti e sulle loro perfomance canore, – le sventagliate di greco dei cori, in una lettura metrica improbabile -, sui tradimenti dei tempi scenici e degli autori per un pubblico eterogeneo e di complessiva cultura media, sullo scotto da pagare allo spettacolo di massa con le sorprendenti pirotecnie sceniche, le diverse soluzioni di costumi, colori e luci.

Su una cosa non si transigeva però, sulla sacralità della recitazione, sull’impostazione e la fluidità dell’eloquio, sul ritmo del fraseggio, non una forzatura in alto o in basso, le grida esagerate e scomposte che suscitano le risate, non il fraseggiare da scolaro delle elementari che fa le pause fra l’aggettivo e il nome, fra il verbo e l’oggetto.

Ma forse odori e sonorità, gesti luci suoni, tutto il respiro di quelle serate magiche sono i segni inestinguibili di un’altra stagione, è l’incanto di un paradiso perduto che si rievoca con qualche lacrima e il rimpianto di miracoli scenici che non si ripetono più. Per imperizia degli attori? O per l’impossibilità di carpire il miracolo? Eppure le traduzioni di due specialisti del teatro classico erano impeccabili, la regia si manteneva negli schemi della tradizione, qualche fraseggio corale in greco (con pronunzia erasmiana), i consueti pepli senza tempo, i passi stereotipati di danza, le scenografie da Grecia terremotata. Così encomiabile il classico Mariano Regillo, talvolta, come in altre occasioni, sopra le righe l’habitué Sebastiano Lo Monaco (l’Edipo tyrannos 2004). Eppure questa stessa scena ha vibrato del terrore sacro, quando il divino Albertazzi (2009) ha cantato l’arcano commiato di Edipo a Colono.

Resta pertanto l’eternità delle vicende, che da qualche anno la direzione del sovrintendente Fernando Balestra ha programmato a tema (“due drammi della crisi” li definisce). Quest’anno ci coglie l’insistenza sull’esclusione, l’Andromaca straniera e schiava, indegna di una nobile progenie, che si riscatta nella perdita eterna, il primo marito Ettore e ancora il padre del nuovo figlio, e insieme il Filottete l’appestato, rifiutato ed escluso dalla comunità sociale, il cui aiuto diventa indispensabile per la vittoria del suo popolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy