Glossario illustrato della biancheria intima- Calze ( III parte)

(Raffaello Piraino)

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Attraverso i secoli le donne hanno portato calze più o meno fini e pregiate secondo la moda, il ceto e le occasioni, ma non poterono mai o quasi mai esibirle, a causa della lunghezza delle gonne e delle regole del decoro. Poco o nulla sappiamo di quanto avveniva nelle alcove, almeno in quelle delle donne per bene. Quelle che per bene non erano (o non erano ritenute tali), avevano invece proprio nelle calze un segno di riconoscimento: le cortigiane, le prostitute, le modelle, le ballerine, le artiste di teatro e del circo portavano calze vistose e calzamaglia rigate o color carne che erano messaggio e simbolo della loro diversità. Anche le popolane, con le loro gonnelle erano corte per ragioni economiche, esibivano calze, certo non fini e preziose. Il termine dispregiativo mezza calzetta, è molto diffuso ancora oggi ed indica una persona mediocre, con metodi e azioni un po’ meschine, che deludono le aspettative e, per quanto riguarda  le signore,  basterebbe  la parola stessa  ad imporre, quando si indossa la gonna, le calze lunghe, quale sola, possibile e decente alternativa ai collant. Per capire lo spunto concreto di questa espressione, bisogna sapere che in un ormai lontano passato, quando le gonne erano ancora lunghe e il costo della seta proibitivo per molte donne, furono messe in commercio calze realizzate in seta soltanto nella parte inferiore e completate, da metà polpaccio in su, con filato di minor valore.

 

In tal modo l’effetto estetico di quanto occhieggiava tra l’orlo della gonna e il collo della scarpa era ottimo, il resto rimaneva celato agli sguardi. L’espediente fu però presto messo fuori gioco dal progressivo accorciamento delle gonne, che aumentava, di conseguenza, l’altezza della parte in seta, altrimenti si sarebbe svelato l’inganno. La moda della minigonna impose e diffuse maggiormente l’uso dei collant, sicuramente più comodi e caldi delle calze, ma gli accessori femminili che ancora oggi possiedono maggiore charme e sex appeal restano indubbiamente proprio le calze e soprattutto quelle velate. Gambe e dunque calze, lucide velatissime, ornate di ricami e trafori, color carne o color fumo, con la cucitura per dirigere gli sguardi, a rete per impigliarli, allegre, variopinte e fantasiose.

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                                  1963 – Sofia Loren nel film “Ieri, oggi, domani”.

Se non ci fossero le calze, diceva Jean Cocteau, le gambe delle donne sarebbero soltanto mezzi di locomozione. Le donne che furono adolescenti negli anni Cinquanta hanno avuto, quale segno peculiare del passaggio dalla fanciullezza alla giovinezza, un paio di calze di nylon. Le calze lunghe e velate infatti sancivano l’entrata nel mondo degli adulti perché permettevano di indossare le scarpe col tacco, e quindi di avere una andatura più provocante, e perché davano una sicurezza nuova alla goffa ragazzina che cominciava a sentire il richiamo dell’altro sesso. Nel 1959 una giovanissima stilista inglese Mary Quant, propose la minigonna, e fu subito un successo travolgente. Mai le gambe femminili erano state messe così in vista, così protagoniste. Da allora in poi, per la strada, in ufficio, ovunque, le donne iniziarono ad esibirle senza problemi ed inneggiarono alla libertà scandendo slogan contro la secolare costrizione. Alla minigonna seguirono gli hot pants, il cui nome caldo è già un programma: si trattava di pantaloncini che scendevano poco sotto l’inguine e che esigevano, come la minigonna, calze alte fino alla vita per combattere il freddo e soddisfare il comune senso del pudore. E’ il momento del collant elasticizzato. Ma intanto le calze calze, quelle che si tenevano su con le giarrettiere o con il reggicalze allacciato in vita preparavano la loro rivincita. Il collant continuva a piacere alle donne per la sua indiscutibile praticità: se lo sentivano bene indosso, non faceva pieghe né borse, quando era elasticizzato toglieva loro persino qualche centimetro nei punti critici. Certo, hanno dovuto ammetterlo, non era sexy ma, proprio in ciò risiedeva la conquista. Oggi possono mettersi le calze per scelta e non per abitudine. Sono protagoniste quando decidono di essere più seducenti, quando vogliono fare un regalo al loro uomo, quando scelgono un vestito con gli spacchi. Sanno quale effetto possono ottenere!

 

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                                                                   Mary Quant

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