UNO SGUARDO RETROSPETTIVO
( Gabriella Maggio)
Il 28 aprile nella sala “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Palazzo JUNG Carmelo Fucarino ha presentato il suo ultimo libro di poesie “ PERCORSI DI LABIRINTO”, edito da Thule. La lettura di alcune poesie curata dall’attore Ernesto Maria Ponte, con l’accompagnamento della chitarra di Roberto Sansone di Campobianco e del flauto di Romana Musso, è stata scandita dagli interventi esemplificativi del prof. T. Romano, editore dell’opera, del prof. G. Saja dell’Università di Palermo e del prof. C. Spataro, presidente del Premio di poesia di Marineo.
“Porque en el principio de la literatura está el mito” dice J.L. Borges, anche il libro di Carmelo, appassionato lettore dell’argentino, non poteva sottrarsi al fascino di un mito, il labirinto, dalle valenze simboliche complesse : elemento di difesa, che implica il sacro, di esplorazione, di iniziazione.
“ A ritroso con le spalle rivolte al passato tragitto”…..” sprazzi abbaglianti di felicità ……onda lunga…delle attese e delle disillusioni, dei dolori e degli inganni….”….” Oltre il cancello…si aprirono a raggiera tante strade… Questo fu il problema , donde procedere…” Così dice il poeta in A rebours, la prosa che chiude il volume. Credo che questa sia la sua definizione e la sua simbologia del labirinto, che rimanda sempre alle parole dell’amato Borges da “Il giardino dei sentieri che si biforcano” : – …..nessuno pensò che libro e labirinto facessero una cosa sola….-.
L’illustrazione della copertina riproduce “ Oltre il giardino” olio su tela di Rosa Maria Ponte, che rappresenta un cancello oltre il quale s’intravede un sentiero; una statua femminile guarda al di là delle sbarre. Ancora un’immagine borgesiana (1) colta attraverso l’opera della moglie-consorte, cantata in “ De l’infinito, universo e mondi” .
Il volume alterna versi, composti in anni diversi che scendono dal 2010 al 1982 e prose proprie o di altri : Platone e Borges. Alterna e intreccia linguaggi: l’italiano, lo spagnolo, il francese, il disegno e la fotografia. Il poeta non sceglie, ma tutti li assembla, perché l’uno dia significato all’altro. Così si alternano momenti intimi e momenti civili, cronaca e storia …natura profanata e natura incontaminata : “ Chi potrà dirmi / del canto dell’allodola…dei brividi del cielo / che sparge perle di rugiada/ su frasche riarse/ e su sonnacchiose corolle” ( Trittico per il padre, III ). E’ un’analisi del percorso labirintico della vita : c’è sdegno, c’è umana paura di fronte al “ pensiero raggelante” maturato negli “anni settanta” e la consapevolezza che “…..il viaggio è breve e i bisogni lunghissimi” ( Ab ovo). Ma forte resta l’eco profondamente umana delle lotte, delle illusioni e disillusioni, dei sentimenti. Emerge il valore dell’esperienza: “La certezza dell’inutilità dell’esperienza sarebbe la morte”, scrive Carmelo. L’esperienza è ricerca di senso, opera umana compiuta nel dubbio e nell’incertezza.
(1) “ Giunsi così ad un alto cancello arruginito….”Borges – Il giardino dei sentieri che si biforcano” (cit.)