NEL CENTOCINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA
(Attilio Carioti)
Il “ Canto degli Italiani” testo di Goffredo Mameli, musicato da Michele Novaro, ai più noto come “Inno di Mameli”, è stato scritto a Genova nel 1847, quando si preparava il 1848, anno della prima guerra d’indipendenza dall’Austria. Il ritmo di marcia incalzante è tipico dell’epoca culturale e politica che cerca anche la “facilità “ del motivetto da memorizzare e cantare nell’azione, tale da coinvolgere il “POPOLO”. Non dimentichiamo certa musica di Giuseppe Verdi, soprattutto qualche coro, che riempie la scena di cantanti, che rappresentano il popolo, appunto. L’inno vuole contribuire a diffondere il senso, ma anche la necessità di “ fonderci insieme / già l’ora suonò “. In questi mesi c’è stato un gran parlare sull’unità d’Italia, le posizioni sono tante, ma secondo me non tutte fondate sulla corretta e non strumentale conoscenza dei fatti storici.
Pertanto seguo con interesse tutti quegli eventi che , rivolgendosi al vasto pubblico, lo informano di tanti episodi e personaggi che non hanno esitato a fare rinunce a volte fatali per difendere l’idea nazionale, appunto come dice “Il canto degli Italiani” : “ Siam pronti alla morte / l’Italia chiamò”. Infatti non è retorica, come oggi semplicisticamente si dice da più parti, è stata realtà viva e vissuta. Noi Lions per tradizione siamo legati a questi valori e certamente non abbiamo aspettato i Centocinquant’anni per affrontare l’argomento. Infatti ogni nostro incontro ufficiale si apre con il “ Canto degli Italiani”. Naturalmente quest’anno le iniziative di studio sull’unità d’Italia, sia come eventi storici dell’Ottocento sia come riflessione sulla Costituzione, si sono moltiplicate in tutti i club, affrontando l’argomento da vari punti di vista e fornendo ampia e corretta informazione.