A PROPOSITO DI DONNE

( Irina Tuzzolino)

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Marzia era moglie di Catone il giovane, meglio noto come Uticense ( da Utica, nell’Africa settentrionale, luogo del suo suicidio durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo). Il matrimonio era ben riuscito, ma questo non era molto importante, né determinante, infatti Catone la cedette all’amico Ortensio perché gli generasse dei figli. Pare che in quel momento Marzia fosse incinta di Catone. Ma per amore accettò la decisione del marito. Indice della sua accettazione e sottomissione fu il fatto che dopo la morte di Ortensio ritornò a vivere con lui. Cosa passasse per la testa di Marzia nessuna fonte lo riferisce. E certamente non era ritenuto rilevante né interessante. Anche perché la questione sconcerta noi moderni, ma non i Romani, per i quali era un uso frequente “cedere” la moglie ad un amico a cui si sentivano particolarmente legati. Essi pensavano che la riproduzione dovesse essere gestita dagli uomini, perché non la consideravano un fatto soltanto privato, ma anche un fatto sociale e cittadino per cui non era conveniente che una donna, considerata soltanto uno strumento di procreazione, rimanesse inutilizzata o facesse molti figli con un solo uomo. E questa preoccupazione si protraeva anche oltre la vita del marito che, se la moglie era in età fertile, si preoccupava di assicurarle un nuovo matrimonio.

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