NEL CENTOCINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA
(Giuseppina Cuccio)
Da Giuseppe Massari “ La vita di Vittorio Emanuele II” ed. Treves, Milano 1878
“La proclamazione del Regno d’Italia, 27 febbraio 1861”
Il conte di Cavour pensò che non fosse conveniente di differire più oltre la proclamazione officiale del Regno d’Italia, e quindi, non essendo la Camera dei Deputati costituita, presentò il relativo disegno di legge al Senato del Regno. Dopo brevissima discussione quell’assemblea diede quasi unanime la sua approvazione nella tornata del 27 febbraio. Il Conte di Cavour ebbe a dire poche parole per dimostrare le ragioni della preferenza data al titolo di Re d’Italia invece di Re degli Italiani, come alcuni volevano . “ Il titolo di Re d’Italia , egli diceva, è la consacrazione del fatto della costituzione dell’Italia; è la trasformazione di questa contrada , la cui esistenza come corpo politico era insolentemente negata, e lo era, conviene pur dirlo, da quasi tutti gli uomini politici d’Europa; la trasformazione di questo corpo, potrei dire disprezzato, non curato, in Regno d’Italia”. …..Su 131 votanti la proposta di legge raccolse 129 suffragi favorevoli; non si era mai veduto tanto numero di Senatori: tutti quelli che potevano erano accorsi; ognuno aveva tenuto a insigne onore ed a debito di patriottismo di partecipare col proprio voto all’adozione di quella legge che consacrava il fatto della costituzione dell’unità italiana. Tra coloro che più erano stati premurosi ad avvalersi della propria prerogativa, fu Alessandro Manzoni….ma egli non volle mancare al suo posto il giorno nel quale il suo vaticinio si avverava.