2010 LA RIVINCITA DELLA LINGUA
( Gabriella Maggio)
“APIS” da “Apis “ di Elena Saviano ed. Pungitopo 2005
Come melario
i ricordi
abbattono apiari
contemplano
pungiglioni
piegati al rumore
di antenne
nell’assente voce
naturale.
Miele e cera
placano
livida vertigine
sfuma gradualmente
languida
assenza di fuchi
tra foglie incipriate.
Nello specchio rugiadoso
umido il tepore stellare
riposa
corteggia la luna
invaghita di alberi
contempla la regina
Elena Saviano riprende l’antica metafora del poeta-ape e della poesia come miele che addolcisce la vita. Inizialmente sembra svuotarla : i ricordi abbattono l’alveare, come il “melario” che, impedendo alle larve di nutrirsi di miele, non permette che lo sciame si rinnovi. Ma “placano” , quasi a metà poesia, rivela la vitalità della metafora. Il cielo umido di rugiada, stellato e lunare, contempla l’ape regina nella chiusa : la natura non contaminata e modificata dall’uomo è quella che resiste . La poesia di Elena Saviano è contemplazione della natura intatta, luogo di riposo “ tiepido”, come suggerisce la sinestesia “tepore stellare”.