VIAGGIATORI STRANIERI IN SICILIA
(Daniela Crispo)
Gli inizi
Sebbene non manchino nel ‘600 relazioni di viaggi in Sicilia, tra le quali spicca per vivacità ed ampiezza d’interessi la “Relation of a journey begun a. D. 1610 “ di George Sandys, e per ricchezza d’informazione “Sicilia antiqua” del tedesco Philipp Cluver, pubblicata a Leida nel 1619, è però nel ‘700 che comincia veramente la letteratura di viaggio riguardante la Sicilia, che da allora diventa parte significativa del Grand Tour. Iniziatore è John Dryden, figlio dell’omonimo poeta, che affida le sue emozioni di viaggio, compiuto nell’inverno del 1700 , ad alcune lettere poi pubblicate. Navigando lungo le coste dell’isola, da Messina a Trapani, Dryden ha interesse prevalentemente per la Sicilia antica, di cui studia le testimonianze. Grande è infatti l’interesse per le testimonianze dell’antichità. Tuttavia è grazie a viaggiatori-scrittori che la Sicilia diventa progressivamente oggetto d’attenzione degli uomini colti, perché se ne parla nei salotti e nelle accademie. Lo spirito illuministico, portato a privilegiare l’esperienza diretta, favorisce i viaggi e naturalmente la visita della Sicilia, e progressivamente la spoglia dell’idealizzazione di molti visitatori, che la consideravano il regno della bellezza assoluta. Ciò nonostante l’Encyclopédie a proposito dell’isola contiene errori ed omissioni che molto inquietarono i dotti locali. Valga per tutti quanto è riportato alla voce Palermo: “ ville détruit de la Sicile” ( città distrutta della Sicilia) nell’edizione di Parigi 1765, successivamente corretta in quella di Livorno. Ciascuno dei numerosi viaggiatori colse ciò che parlava al suo cuore. I più comunque seppero guardare al di là dell’idillio.