INTERROGARSI SUL SENTIMENTO DI ESSERE ITALIANI
(Attilio Carioti)
Il 24 novembre all’Hotel Wagner , a cura della Prima Circoscrizione , è stata presentata l’antologia “Scusi, lei si sente italiano ? “ di F.M. Battaglia e P. Di Paolo, editori Laterza. L‘evento si inserisce nel tema di studio nazionale “La Costituzione della Repubblica Italiana : conoscerla per amarla. Proposta dei Lions per l’educazione alla giustizia e per la legalità”, di cui è responsabile distrettuale il prof. Gianfranco Amenta. Premesso che io mi sento palermitano, siciliano, italiano ed europeo, confesso che l’incertezza e la problematicità di essere italiani rappresentata nel libro mi ha scosso, per quanto, ascoltando conversazioni in ambienti diversi e notiziari ben informati, in qualche modo me l’aspettassi. Soprattutto in quest’anno in cui si discute molto d’italianità perché ricorre il centocinquantesimo anniversario dell’Unità. Quali le cause? “La retorica di una nazione in perpetua dissolvenza ha radici fin troppo lontane”, dicono gli autori ( p. v ). Una delle cause potrebbe essere il fatto che “ l’Italia ha la forma di una scarpa” ? E la scuola ? Quale contributo dà al sentirsi italiani , se un sondaggio tra i diciottenni rivela perplessità e indifferenza dilaganti? Cosa è accaduto ? Forse un tempo… Nel libro ho trovato una buona risposta che si conclude con una speranza. Riccardo Bacchelli in un articolo del 1981, citato a p. 48 del volume, scrive : “ L’Italia di oggi non è peggiore o migliore di quella di una volta. E’ diversa, frutto consequenziale del mondo di prima…..C’è da essere pessimisti ? Sì , ma bisogna anche saper sperare…”. Bisogna conoscere e far conoscere la storia dall’Unità ad oggi, con particolare attenzione al presente, per fare emergere la “cultura della vita” . Forse il punto d’inizio di una identità italiana più incisiva. Certamente ancora più forte se si cementa la conoscenza della storia con quella della nostra Costituzione come suggerisce Gianfranco Amenta.