NEL CENTOCINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA
(Gabriella Maggio)
IL PLEBISCITO IN SICILIA –CRONACA DI UN SEGGIO ELETTORALE
Il 21 ottobre 1860 è indetto nel Regno delle due Sicilie il plebiscito per pronunciarsi sull’annessione alla monarchia costituzionale del re Vittorio Emanuele II. Hanno diritto di voto tutti i cittadini maschi che hanno compiuto ventuno anni e godono dei diritti civili. Gli atti dei seggi elettorali sono in buona parte custoditi dall’Archivio di Stato di Palermo. Tra questi si trova il verbale del seggio elettorale di Buccheri ( oggi in provincia di Siracusa), che riporta con cura le fasi e le modalità del voto. Per questo mi è sembrato il più adatto a ricreare l’atmosfera del 1860 :” L’anno milleottocentosessanta il giorno ventuno del mese Ottobre alle ore 19 italiane nella Madrice Chiesa di Buccheri, Noi, Francesco Ribera Presidente, Notar Gaetano Dottor Zappulla ed Arciprete Parroco Vito Amato, componenti il Comitato Elettorale per la votazione del plebiscito col SI o col No per il solenne atto della Annessione della Sicilia all’Italia Una e Indivisibile con Vittorio Emanuele Re Costituzionale e i suoi legittimi discendenti, collo intervento dei Signori Dottor Don Ercole Albanesi e Don Vito Concari squittinatori, eletti dal detto Comitato, riuniti tutti in questa Madrice Chiesa luogo destinato alle dette operazioni elettorali sulla desiderata Annessione. Dal Collegio dei Canonaci si è cantato l’inno che la chiesa ingiunge ai suoi fedeli per invocar l’assistenza dello Spirito Santo Settiforme, sulla grande operazione che andava ad intraprendersi. Il Comitato: Visto il Decreto Prodittatoriale del quindici del corrente mese col quale si prescrivono le norme per la votazione in parola. Visto il Telegramma del Prodittatore dato in Palermo il diciotto ore sei e minuti quarantacinque pomeridiane comunicato dal Signor Governatore della Provincia il diciannove declinante mese. Visto l’Ufficio del sulodato Signor Governatore del diciannove di questo mese n. 3685. Tenuto presente il registro in cui sono iscritti gli elettori ascendenti al numero di millecentoquarantuno, ha cominciato le analoghe operazioni. Fatto un primo ed un secondo appello si sono presentati millecentoventinove, cosicchè ne mancarono tredici de’ quali cinque morti, e sette assenti per non avere risposto né al primo né al secondo appello. In mancanza di altre precise disposizioni sul modo pratico di effettuare la votazione, si è fatto situare un’Urna vuota ed accanto alla stessa una guantiera coi bullettini del SI e un’altra con quelli del NO. Il Presidente Francesco Ribera ha letto un discorso sentito sull’obietto, nel quale si è ingegnato snebbiare dalla mente del popolo tutti quei pregiudizi ed errori che avesse potuto indurvi la idea di annessione incondizionata. ……ed a guisa che gli elettori si presentavano prendevano un bullettino e lo consegnavano al Presidente che lo riponeva nell’urna…..Terminata in tal modo la votazione il Signor Presidente trasse uno per uno i bullettini dall’Urna, li lesse e poscia furono riletti dagli altri due componenti il Comitato e quindi gli squittinatori li notarono per ordine numerico ascendenti a millecentoventinove tutti contenenti il SI quale risultato veniva proclamato dal Signor Presidente accompagnato dall’acclamazione universale di tutto quanto un popolo esultante di gioia e di contento…..”