Con me il diluvio
(Carmelo Fucarino)
A Palermo fu fondata nel 1718 l’Accademia Palermitana del Buon Gusto nelle Scienze, nelle Belle Lettere e nelle Lingue. Nel 1832-45 si denominò R. Accademia Palermitana di Scienze e Lettere, dal 1880-1937, Reale Accademia di Scienze, Lettere e belle Arti di Palermo e dal 1946 Accademia di Scienze, Lettere e belle Arti di Palermo. Dal 1755 al 1791 pubblicò i Saggi di dissertazioni dell’Accademia Palermitana del Buon Gusto, dal 1845 a qualche anno fa si pubblicarono gli Atti della Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo. (Fonte Scholarly Societies of University of Waterloo Library, The record in the GBV German Union cat. e Univ. Bologna cat.)
A Palermo era stato fondato un Centro internazionale di Etnostoria, disciplina creata negli anni ’70 dall’antropologo Aurelio Rigoli quale moderna metodologia di analisi delle Comunità nei loro rispettivi territori.
Decreto-legge, 1.6.2010, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione, finanziaria e di competitività economica, Capo II, riduzione del costo degli apparati politici ed amministrativi- Allegato 3 (art. 6, comma 24) non esiste il 24, si tratta invece dell’art. 7:
“Soppressione ed incorporazione di enti ed organismi pubblici; riduzione dei contributi a favore di enti:
87. Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Palermo – Palermo
109. Centro Internazionale di Etnostoria – Palermo”.
Con lo stesso dispositivo sono stati ridotti del 70% i sussidi alla Società Siciliana per la Storia Patria. Al prof. Gianni Puglisi, dal marzo 2001 rettore della IULM di Milano, riconfermato per il quinquennio 2010 – 2015, presidente del Consorzio IULM – Mediaset “Campus multimedia In-Formazione”, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO (Segretario Generale 1997-2004), vice Presidente della Commissione Nazionale per la Promozione della Cultura Italiana all’Estero presso il Ministero degli Affari Esteri (seguono un’altra ventina di cariche), il raffinato poeta ministro dei Beni Culturali ha chiesto cosa fosse mai questa associazione e ancor più il nostro glorioso Museo del Risorgimento. Verificare per credere. Eppure qualche buontempone, Preside in una Università piemontese, sicuramente in vena di scherzi ha proposto di dare la laurea honoris causa in scienze della comunicazione al colto senatore che comunica solo con il dito medio. Così sulla stampa. La Società siciliana ha annoverato come soci politici di primo piano e studiosi internazionali che hanno sostenuto con le loro ricerche il’imperdibile Archivio Storico Siciliano.
L’arcivescovo di Monreale, nell’intento di riorganizzare le parroccchie, dati i vuoti delle vocazioni, ha deciso di degradare e chiudere la chiesa madre di Prizzi, creata nel 1500 e con un archivio unico e insostituibile di nascite, matrimonio e morti a partire dal 1500. Diverrà arcipretura una moderna insignificante chiesa di periferia. A che pro il non-senso?
Queste, direte, sono facezie. A chi possono interessare le elucubrazioni di accademici bacucchi, che si autocelebrano con i loro studi per addetti alle sacre lettere e scienze? Pertanto tutti sentono il bisogno di intrufolare per sfoggio qualche svarione di latino, peggio di greco. Ancora mi tortura “l’animale politico”, perché non sanno che zoon significa non solo animale, ma anche “essere vivente”, da zoé, “vita”. Gli intraprendenti telecronisti inventano ogni giorno uno slang codificato. Così dopo il primo coniatore linguistico (o ignorante?) tutti ormai sono certi che i camion “sversano” invece che “riversano” (lo zingarelli, aperto ai neologismi, non lo ha ancora colto e registrato) e non sanno nulla della voce, pure siciliana, “sversato”. Così da un determinato momento tutti i fiumi cominciarono a “esondare”, voce dotta, latinismo da exundare, invece del noto e comune “straripare”. Ma perché ci devono quotidianamente ferire l’anima, annebbiare l’udito?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi ha costretto a questo disperato intervento, tra l’angoscia del vacuum, la sensazione di roteare nel vortice e la speranza che sia solo un incubo è altra.
Ieri 24 novembre 2010:
È stata posta sotto sequestro la Chiesa di S. Maria degli Angeli, detta la Gancia, quella della “buca della salvezza”, dal sostituto Procuratore della Repubblica, si dice, con l’intento di salvaguardare dal degrado un gioiello del patrimonio artistico nazionale. La giustificazione mi stordisce. Non può essere vero. Eppure l’Ispettore del Nucleo tutela patrimonio artistico, che ha posto i sigilli per “stato di degrado e rischio di crollo”, riconosce sulla stampa che l’ultima denunzia del rettore della Chiesa risale al 25 settembre 2009 e che il provvedimento di sequestro è avvenuto “per scongiurare un rischio di crollo e dunque, tutelare l’incolumità dei fedeli”. I fraticelli minori avevano posto le bacinelle, come nei film di Charlot o Totò, per raccogliere l’acqua che si infiltra nel soffitto ligneo a cassettoni, l’incanto inebriante di un cielo stellato, quello delle tombe egiziane e della moschea di S. Sofia ad Istambul. Al FEC (Fondo per gli edifici di culto) non ci sono fondi. Così si liquefanno i nostri tesori insostituibili dell’Umanità.
Allego qualche foto, ma chi vuole saperne di più su questi beni materiali e immateriali perda qualche oretta su internet.
È vero, come dice oggi qualcuno, “la cultura non si mangia”. Si può farla solo come hobby di perditempo, se non hai qualche serata di società. Eppure, il paradosso, chi ormai non scrive poesie o non intreccio romanzi gialli, meglio se horror?
Ma è altrettanto e soprattutto vero che senza la Cultura c’è l’oblio, il non-essere, tenebra fitta.
I secoli bui brillarono di luce folgorante se tanti umili fraticelli trascrissero la loro cultura e quella degli antichi greci e romani, se tanti scalpellini e pittori costruirono i loro luoghi dell’anima.
Se oggi ci si vuolew inebriare di arte, è necessario entrare in un chiesa o visitare un museo. Le nostre città sono ormai i non luoghi di centri commerciali. Non bastavano quelli già esistenti, almeno costruiti nelle periferie. Non bastava lo scempio di piazza S. Domenico. In corso Vittorio Emanuele nella fossa rimasta dal 1945 a ricordo delle bombe americane fervono i lavori per un eco-mostro.
Meditino questi paladini dei ponti sullo stretto e delle autostrade a dieci corsie. Saranno scordati appena dopo che il lacchè di turno avrà stilato il “coccodrillo” di cortesia, che come le lauree non si nega a nessuno.