Omaggio a Giorgione (nel quinto centenario della morte).

Tommaso Aiello

( terza parte)

Anche nella Venere di Dresda,Giorgione si è posto con assoluta libertà fantastica davanti al suo soggetto e l’ha tradotto in un purissimo accordo di colori e di toni.

Venere dormiente.
Dresda,Staatliche
Kunstsammlungen,
Gemalsgalerie Alte Meister.1507.

E’ uno dei capolavori del maestro e tra i più celebri nudi di tutti i tempi.E’anche il primo nudo femminile finalizzato alla contemplazione secondo una visione classica e sensuale. Questa figura è perfettamente immersa nella natura e fa parte del paesaggio in cui vive.Tutto il dipinto è realizzato con sapienti modulazioni tonali che trasmettono un sentimento malinconico,di solitudine incantata e sospesa.Esiste una perfetta corrispondenza tra il profilo delle colline,le forme distese del paesaggio,questa atmosfera onirica e la Venere abbandonata nel sonno.Giorgione esalta la femminilità e la sensualità della sua Venere e nello stesso tempo la distacca,la allontana dallo spettatore,perché appartiene alla dimensione magica,poetica del sogno,a cui sembra appartenere questa natura incantata.L’atteggiamento contemplativo verso la natura e verso la bellezza della figura è un tratto tipico del pittore.Nel paesaggio si può riconoscere già la mano di Tiziano,che ha probabilmente finito l’opera lasciata incompiuta dal maestro.La composizione di quest’operqa influenzò altri pittori,quali Ingres e Rubens.Un collegamento diretto unisce la Venere di Giorgione a quella di Tiziano(Venere di Urbino),e la sua Venere ha condotto direttamente alla”Olympia” di Edouard Manet.

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