GLOSSARIO DELLA BIANCHERIA INTIMA
( Raffaello Piraino)
Calze – Il termine designava un tempo la parte di vestiario maschile che aderiva dai piedi al ginocchio. Le calze comuni erano di lana o di cotone, quelle di lusso erano realizzate in seta e comparvero in Inghilterra dopo il 1527 anno in cui fu inventato in quel paese un prototipo di macchina da maglieria. Le calze di cotone furono di moda nell’ultimo terzo del XVIII secolo, mentre intorno al 1830 si affermò il filo di Scozia. Dal XVIII secolo ai giorni nostri si diffusero varie mode ma è stato possibile stabilire alcune tappe decisive. Dalla fine dell’Ottocento si impose la seta per le calze come per altri capi di biancheria e dopo il 1924 per via della voga delle gonne corte si diffuse la moda delle calze color carne. Alla fine degli anni ’20 del ’900 si iniziò ad utilizzare in maglieria il rayon o seta sintetica. Nel 1938 nacquero le calze di nylon. Durante la seconda guerra mondiale le restrizioni belliche suggerirono alle donne uno straordinario sotterfugio: per simulare le calze, disegnarono con la matita scura la riga posteriore della cucitura dalla caviglia alla coscia. Dal 1955 il progresso nella tecnologia dei telai permise di sopprimere la cucitura e negli anni Sessanta l’industria delle calze venne rivoluzionata dal collant che sarà molto migliorato negli anni Settanta soprattutto per quanto riguarda finezza e trasparenza. Negli anni Ottanta il ritorno della biancheria preziosa e seduttiva riabilitò le calze e anche il collant seguì la medesima tendenza arricchendosi di ricami e di strass.