Ustica o Eea?
(Mimmo Caruso)
“Suvvia, la tua spada riponi nel fodero;
saliamo noi due sul mio letto, così che sul letto
insieme congiunti in amore, possiamo
scambiare fra noi la fiducia dell’animo.” (Odissea, X, vv.347-350)
Ustica nera, sputata dalla terra.
Fuoco spento.
Ho nuotato vicino allo Scoglio del Medico.
Così lo chiamano.
Lo scoglio Omerico.
“O’ merico” in siciliano.
“Il medico” in italiano.
È qui che la Maga Circe accoglieva i naviganti per mutarli in animali?
Circe, figlia di Elio e Perseide.
Circe sorella di Pasifae, che sposò Minosse.
È questa Eea, l’isola di Circe, l’amante Maga?
Non lo so, ma giurerei di avere incontrato suo nipote.
“L’essere che Pasifae, la figlia del dio Sole, aveva partorito dopo che, rinchiusa per suo desiderio in una finta vacca, era stata montata da un bianco toro consacrato a Poseidone, si trovò, dopo lunghi anni d’un sonno confuso, durante i quali era cresciuto in una stalla fra le vacche, trascinato laddentro dai servi di Minosse, che avevano formato lunghe catene per non perdersi sul pavimento del labirinto che era stato costruito da Dedalo per proteggere gli uomini da quell’essere e l’essere dagli uomini, d’un impianto cioè da cui nessuno che vi si fosse inoltrato trovava più la via d’uscita e le cui innumerevoli intricate pareti erano di specchi, tanto che l’essere stava accovacciato non solo di fronte alla sua immagine, ma anche all’immagine delle sue immagini: vide davanti a sé un’infinità di esseri fatti com’era lui, e come si girò per non vederli più, un’altra infinità di esseri uguali a lui.” (Dürrenmatt, Il Minotauro)