Profumo di ciclamino
(Lavinia Scolari)
– Dunque, lei conosce la signorina Coriani?
– Sì, commissario, come le ho già detto, la conosco, è la mia vicina di casa; inoltre sono un cliente affezionato del suo negozio.
– E quando l’ha vista l’ultima volta?
– Io? O Cielo! Non sospetterete di me! Non crederete che io abbia a che fare con la sua scomparsa!
– Non si preoccupi. Sono solo domande di rito.
– Meno male! Mi ha messo una tale ansia, commissario… Sa, nei telefilm, inizia sempre così: il poliziotto fa una domanda, l’interrogato tentenna, e subito diventa il primo indiziato. Ecco, vede, io ora tentenno, sembro confuso, smarrito, un poliziotto della tv mi avrebbe già condotto al commissariato! Ma io sono una persona onesta, è solo che mi lascio trasportare… Se qualcuno mi accusa di qualcosa, ebbene… Io assumo un atteggiamento tale da far supporre che quella accusa sia più che fondata, mi spiego?
– Senta, signor Scala, si attenga ai fatti, ché non abbiamo tempo da perdere. La signorina Coriani è scomparsa già da tre giorni. Quando e dove l’ha vista l’ultima volta? – Mi sembra nella sua libreria proprio tre giorni fa. Sì, ero andato lì per acquistare un libro, ma non un libro qualsiasi, uno di quelli con una bella copertina di cuoio, che profumano di prezioso e di antico nello stesso tempo, e di ciclamino, oserei dire! La signorina ne vende solo pochi di questo genere. Dovevo affrettarmi, perché c’era un tale che girava intorno a quello stesso volume da giorni, come me. Lo guardava, fingeva di leggere le quarte di copertina di altri libri intorno a lui, ma poi prendeva proprio quello, il mio, e lo sfogliava con quelle sue manacce avide. I libri vanno trattati con delicatezza, commissario, con rispetto, oserei dire!
– Sì, capisco… Ma non si dilunghi. C’era solo lei in libreria, quel giorno?
– Sì, ero l’unico cliente. Non c’era nessun altro. Sono andato via senza comprare nulla, perché la signorina mi ha detto che aveva necessità di chiudere il negozio, sebbene non fosse ancora orario di chiusura. Sembrava avesse una certa fretta.
– E non le ha domandato dove stesse andando?
– No, no. Ma se le interessa, ero diretto in tintoria.
– Non intendevo lei, intendevo la signorina! Dov’era diretta, non le ha chiesto nulla?
– Ah, io alla… No, no, io sono discreto, che cosa crede? Ma perché? Avrei dovuto?
– Se lo avesse fatto, avremmo una pista, un indizio.
– E io cosa ne potevo sapere, commissario? No! Che fa? Scrive? Cosa scrive?
– Senta, mi lasci lavorare. Certo che scrivo!
– Ma qualcosa sul mio conto? Lei mi rovina!
– Non sia ridicolo! Se continua coi suoi vaneggiamenti è solo di intralcio alle indagini! Si limiti a rispondere senza divagare. Dunque, la signorina era sola. Lo conferma?
– Confermo. Sola, con un bambino.
– Beh, ma che fa? Mi vuol prendere in giro? Dunque non era sola!
– Sì, ma erano soli, lei e il bambino. Ah, lei quindi intendeva se era da sola da sola! Pensavo che le interessasse una compagnia di qualche rilevo, sospetta, un possibile indiziato, insomma!
– E chi era il bambino? Il figlio? Il nipote?
– No, che io sappia. Non lo conoscevo.
– Non ha domandato chi fosse il minore?
– Ma no, commissario! Credevo fosse lì per comprare uno di quei libri di fiabe, pieno di figure variopinte, che profumano di margherite.
– Guardi, perdoni la franchezza, ma questa storia dei profumi dei libri non ci riguarda. Capisco che le sta a cuore, ma è irrilevante nonché fuorviante. La signorina Coriani è scomparsa, e non uno dei suoi libri! Mi dica almeno come era vestita. Mi descriva il bambino, magari.
– Non feci caso all’abito, commissario. Non pensai. Perdoni, commissario!
– Qui non è questione di perdonare, signor Scala, forse è in corso un sequestro a scopo di estorsione e lei non pensa, non domanda. Se non ha altro da dichiarare, vada pure e ci lasci proseguire le indagini!
– Sequestro a scopo di estorsione? Ma è sicuro, commissario? La signorina Coriani è stata rapita? Magari è andata via spontaneamente! Chi ha denunciato la scomparsa? Un parente? Un amico?
– Insomma, signor Scala, ma chi è che fa le domande, qua? Lei o io?
– Lei, lei. Mi scusi.
– Bene. Come le ho già detto, è tutto. Può andare.
– No! Come è tutto? E la libreria?
– Che intende dire?
– Chi se ne occuperà? La polvere, la muffa, i libri… Il profumo, i ladri…
– Una donna è scomparsa, i libri non sono affar nostro!
– Sì, certo. Però, scomparire così, senza avvisare… Io devo ancora comperare quel volume, mi spiego? Quando crede che potrò? Lei ha forse una chiave, un passe-partout? Lei è commissario, lei potrebbe, immagino.
– Signor Scala, lei assume continuamente un atteggiamento che definir sospetto è quasi un eufemismo. Le consiglio di andarsene se non vuole finire nella lista dei sospettati.
– Se la signorina non torna, potrei occuparmi io della libreria.
– Signor Scala, mi sta ascoltando?
– La potrei acquisire, a qualunque prezzo, ho dei soldi da parte…
– Lei sta delirando, è visibilmente scosso…
– Magari anche oggi, sì, sì, oggi stesso, oggi!
– E va bene! Sono costretto a chiederle di seguirmi in commissariato.
– No! Anzi, sì, sì, e mi consegnerà le chiavi, vero? No, che fa, commissario? No, le manette no! Commissario! Il libro, almeno quello, me lo lasci prendere! Me lo porterà lei? Vero? Così gentile, lei, commissario!
– Come no! Glielo porterò io.
– Lei è cortese, commissario, lei sì! Grazie!
– Su, si muova!
– Mi raccomando, commissario, quello che voglio io, deve prendere. È il più bello, di cuoio la copertina, e profuma di ciclamino!