LA FINESTRA SULL’IMMIGRAZIONE
(Vera Ferrandi)
08 luglio 2010
Presentato ieri alla Camera il “Manifesto per un Pacchetto Integrazione”.
L’iniziativa, alla quale hanno aderito parlamentari di entrambi gli schieramenti, punta al rafforzamento dei diritti di cittadinanza degli stranieri ed al reperimento delle risorse per l’integrazione.
Proposte semplici, realizzabili in poco tempo, e che non presentano problemi finanziari. È questo lo scopo del “Manifesto per un pacchetto integrazione” promosso dal Consorzio Connecting People e presentato ieri alla Camera dei Deputati.
La proposta, che ha già ricevuto adesione bipartisan di deputati, si sostanzia in due settori di intervento: uno che chiede modifiche che riguardano i diritti di cittadinanza e quelli politici, nonché una migliore accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, ed una seconda parte che individua alcune voci del bilancio statale ove è possibile reperire finanziamenti per l’integrazione. Sotto il primo aspetto, il Manifesto chiede la modifica della legge sulla cittadinanza, la ratifica della Convenzione di Strasburgo laddove chiede di garantire ai migranti residenti la partecipazione a livello locale, ma anche la modifica della legge delle cooperative sociali con l’inserimento dei rifugiati tra le categorie svantaggiate e il finanziamento di un programma di edilizia religiosa.
Provvedimenti che facilitano i processi di integrazione, secondo il manifesto, che devono essere affiancati da interventi che riguardano le risorse. La proposta individua circa 100 milioni di euro all’anno di risorse possibili per 5 anni, “con un impatto minimo per il bilancio pubblico”.
I promotori individuano le risorse nella destinazione dell’1% dei contributi Inps, stimati in circa 70 milioni di euro l’anno, versati dai lavoratori stranieri per realizzare iniziative gestite dalle imprese. La proposta chiede anche di destinare il 10% della quota statale dell’otto per mille, stimando circa 5 milioni l’anno; la destinazione del 2% delle erogazioni delle fondazioni bancarie a progetti del Pacchetto integrazione, con una stima di 35 milioni di euro l’anno, ed infine la destinazione di una quota delle risorse messe a disposizione della contrattazione collettiva per istituti contrattuali che favoriscano l’integrazione.
“Non è possibile ignorare la presenza dei migranti e immaginare che questi siano solo di passaggio” ha affermato Giuseppe Scozzari, presidente del consorzio Connecting People, una realtà formata da dieci consorzi di organizzazioni del terzo settore operanti in tutta Italia nell’ambito dell’immigrazione. “Non è possibile – continua Scozzari – costruire una società futura con un’alta qualità della vita, escludendo parte della popolazione residente dai doveri, dai diritti e dalle scelte di un territorio. È importante cogliere che l’integrazione non viene fatta solo nel nostro Paese ma che il processo può essere facilitato anche incentivando i legami e lo sviluppo dei luoghi di provenienza”. Il Manifesto.