COME ERAVAMO
Un progetto ultracentenario: unire la Sicilia all’Italia *
(Renata De Simone)
Un sogno, un affare, un impegno o addirittura un’ossessione. Una cosa è certa: pensare la Sicilia come parte integrante del territorio nazionale, immaginare il suo territorio come la continuazione naturale del suolo peninsulare, così da rendere questo facilmente percorribile via terra da Nord a Sud, non è un’idea balenata all’improvviso nella mente degli Italiani, bensì oggetto di interesse e materia di dibattito plurisecolare. Riportiamo una notizia pubblicata nel Giornale di Sicilia il 5 aprile 1862.
Titolo : – Il Tunnel tra la Calabria e la Sicilia – Mercoledì l’Ing. G. Gabelli farà in Roma una conferenza sul tunnel che dovrebbe unire la Calabria e la Sicilia , tra Cannitello e Sant’Agata, dove l’impresa è resa possibile da una specie di montagna subacquea di granito. L’egregio ingegnere svilupperà tutti i dati tecnici e finanziari del progetto ed esporrà un apposito modello. La spesa si calcola a 64 milioni per una lunghezza di m. 13.450. Il lavoro potrebbe compiersi in cinque anni. Gli studi sono stati fatti dalla Società Veneta dietro autorizzazione del Governo, il quale si è riservato, naturalmente, il diritto di fare eseguire altri studi per conto proprio.
La brevità del testo di taglio basso, riportato tra le notizie della Rassegna del 3 aprile, denota una scarsa evidenza data all’argomento che cozza con la grandiosità del progetto. Chissà quali saranno stati i dati tecnici e le stime in dettaglio di un’opera di tale importanza per noi isolani abituati da sempre ad affrontare la minaccia di Scilla e Cariddi, mostri marini di mitologica memoria, atavico pedaggio da pagare in nome di una comune condivisa italianità!
Se ieri si parlava di tunnel, oggi, a distanza di più di centocinquant’anni, si parla di un ponte oggetto di critiche e di speculazioni di tipo ideologico e materiale. Il contesto è diverso e l’argomento è scottante, i rischi conosciuti e le conoscenze tecniche sono oggi maggiori, ma la meta sembra ancora lontana.
*Si ringrazia la d.ssa M. Barbera per l’utile suggerimento