Una esperienza sul campo: Visita allo Zen – S.Filippo Neri
(Patrizia Lipani)
Non è usuale scegliere luoghi socialmente degradati per le visite guidate con i ragazzi, ritengo però sia importante per gli stessi portare avanti una tale esperienza perché permette di entrare in contatto con ciò che altri escludono dalla conoscenza e di toccare con mano realtà facilmente ignorate, demonizzate che secondo luoghi comuni, si allontanano per paura, per diffidenza, per disinteresse .
Lo studio della città di Palermo durante le ore curricolari ha permesso inizialmente un approccio alla città dal punto di vista empirico e teorico, successivamente pratico, centro storico e periferie, luoghi privi d’identità che l’antropologo francese Marc Augè chiama “non luoghi”, cioè luoghi in cui non è avvenuto uno sviluppo sociale ed economico e in cui la popolazione è costretta a vivere una vita priva quasi di dignità. Le città si caratterizzano per una forte contrapposizione fra il centro e la periferia, quest’ultima è l’insieme dei quartieri di una città lontana dal centro con connotazioni di squallore e desolazione, non ha molti servizi né luoghi di aggregazione, è uno spazio dove la storia non è sedimentata, senza elementi architettonici che la rendano particolarmente gradevole.
Il degrado che si manifesta attraverso un disagio sociale e illegalità,ma soprattutto è evidente che il disagio sociale è correlato al degrado edilizio e agli spazi pubblici.
Ogni città si compone di varie zone che si differenziano per funzioni, caratteristiche architettoniche e per categorie sociali .All’estremo opposto stanno i quartieri più recenti localizzati nelle aree periferiche che sono le aree più instabili della città a causa della loro possibile espansione. In questi luoghi schiere di grandi edifici seriali, informi, banali, ripetitivi, accentuano il disagio del vivere quotidiano.
Dietro le villette nate negli ultimi quindici anni nella zona della periferia S.Lorenzo, Via Lanza di Scalea, si celano realtà inquietanti, non vengono garantiti i servizi minimi, vige la regola del più forte, dell’illegalità.
La zona espansione Nord fu prevista nel piano regolatore Generale di Palermo del 1956 e il primo nucleo d’intervento venne realizzato nel 1958, il secondo nel 1966. Lo Zen nasce in un momento storico ben preciso quando si sperimenta un nuovo modo di abitare in comunità attraverso una sperimentazione architettonica, nascono i quartieri popolari a funzione residenziale e monoclasse. Si risolve il problema della casa per le nuove masse inurbate che abbandonano la fatiscenza dei locali del centro storico, fondando così nuclei autosufficienti distanti dalla città socialmente e fisicamente. Il centro storico di contro abbandonato alla quasi totalità di coloro che vi abitano, vede la crisi delle attività produttive e commerciali dei grandi mercati storici, e diviene luogo per migranti.
Lo Zen 1 fu completamente occupato dagli sfollati del vecchio centro storico di Palermo che furono fatti alloggiare in palazzi molto elevati, presenta oggi una popolazione prevalentemente di anziani che sviluppano la propria vita sociale intorno alla piazza principale dove sorge la Chiesa di S. Filippo Neri. La presenza di un commercio al dettaglio,di un mercatino settimanale , aumentano la mobilità interna e la vitalità. L’unica piazza Gino Zappa, è il luogo nel quale si svolge la vita del quartiere. ( continua)