Due pazzie a confronto
(Carmelo Fucarino)
SOFOCLE, Aiace,233-244, trad. Ettore Romagnoli
TECMESSA:
Ahimè, di lí venne, di lí,
conducendo una greggia captiva.
Ed a terra una parte qui dentro
ne scannò, giú pei fianchi divise
in due parti quell’altre; e, levati
due montoni dai candidi piedi,
miete all’uno la lingua e la testa,
e le gitta lontane; e quell’altro,
ad una colonna
lo lega diritto; e una sferza
da legare cavalli impugnata,
l’addoppia e la fa sibilare
sul suo corpo, avventando improperi
che niuno degli uomini,
che niuno gl’insegna dei Dèmoni.
L. ARIOSTO, Orlando Furioso, XXIV, ottave 6-7
Per una gamba il grave tronco prese,
e quello usò per mazza adosso al resto:
in terra un paio addormentato stese,
ch’al novissimo dì forse fia desto.
Gli altri sgombraro subito il paese,
ch’ebbono il piede e il buono aviso presto.
Non saria stato il pazzo al seguir lento,
se non ch’era già volto al loro armento.
Gli agricultori, accorti agli altru’ esempli,
lascian nei campi aratri e marre e falci:
chi monta su le case e chi sui templi
(poi che non son sicuri olmi né salci),
onde l’orrenda furia si contempli,
ch’a pugni, ad urti, a morsi, a graffi, a calci,
cavalli e buoi rompe, fraccassa e strugge;
e ben è corridor chi da lui fugge.