IN RICORDO DI EDOARDO SANGUINETI
(Gabriella Maggio)
Edoardo Sanguineti, morto improvvisamente il 18 maggio a Genova, è stato un intellettuale di spicco nella cultura italiana del secondo novecento. Docente universitario di Letteratura Italiana, scrittore in prosa ed in versi, autore teatrale, critico letterario, traduttore di classici latini e greci. Ultima sua opera la traduzione di ” Ippolito coronato” di Euripide, oggi più noto come Fedra, in scena al teatro antico di Siracusa. Nella sua produzione letteraria Sanguineti mostra due motivi, lo sperimentalismo formale e l’impegno ideologico e politico intimamente uniti, in quanto il linguaggio è il luogo in cui si deposita l’ideologia dominante. La componente negativa e distruttiva che nella sua prima produzione, “Laborintus” , “Triperuno”, critica fortemente la società, negli anni Settanta cede alla satira ed al grottesco,”Wirrwarr”, “Postkarten”, a cui non sono estranei Marx e Freud . Ha partecipato al “ Gruppo 63” ( fondato a Palermo, all’Hotel Zagarella nel 1963), che negli anni Sessanta voleva promuovere la sperimentazione letteraria coniugando insieme varie eredità otto-novecentesche di rottura o di vera e propria avanguardia storica. Scrive A. Giuliani nella prefazione ai “Novissimi” del ’61: “ E’ inutile nascondere che sfidavamo il deprimente tran tran del lungo dopoguerra… Non c’era dietro nessuna corrente precostituita , ma un movimento, una mutazione in atto, alla quale ognuno partecipava per proprio conto”. Contro la convenzionalità del linguaggio letterario i poeti mettono in opera la tecnica del montaggio di segni linguistici, attraverso un collage di citazioni da testi antichi e moderni, tenendo a modello i “Cantos” di Ezra Pound, e di segni asemantici, slegando la lingua dal suo significato.