Matteo Ricci (II)
(Antonino Lo Nardo)
Nel 1609 aveva fondato la Confraternita della Madre di Dio ed aveva dato inizio ai lavori di costruzione della prima chiesa pubblica di Pechino che – purtroppo – non aveva visto completare in quanto a cinquantotto anni, dopo ventisette anni trascorsi in terra cinese, di cui gli ultimi nove a Pechino, Matteo Ricci morì nella capitale del Regno di Mezzo l’11 maggio 1610 e fu sepolto, primo straniero europeo, nel perimetro della “città proibita”. Il terreno per la costruzione di quel mausoleo, ancora oggi meta di tanti visitatori, fu donato da quello stesso imperatore Wanli il quale, anche se conosceva perfettamente Matteo Ricci, non aveva mai sentito il bisogno di incontralo personalmente. A chi si meravigliava di una decisione mai avvenuta nella storia della Cina, il cancelliere dell’impero rispondeva: «E neppure è mai capitato nella storia della Cina che sia venuto uno straniero così eminente per scienza e per virtù come Matteo Ricci! ». A tal proposito S.S. Giovanni Paolo II, rivolgendosi ai partecipanti ad un convegno di studi in occasione del IV centenario dell’arrivo del missionario in Cina così si espresse: «La tomba di Matteo Ricci a Pechino ci rammenta il chicco di grano nascosto nel seno della terra per portare frutto abbondante. Essa costituisce un appello eloquente, sia a Roma che a Pechino, a riprendere quel dialogo da lui iniziato 400 anni fa con tanto amore e con tanto successo». La maggiore occupazione del gesuita era stata, durante gli ultimi anni della sua vita e a riprova dello status sociale che si era saputo conquistato , quella di ricevere le visite che importanti personaggi gli rendevano e che, secondo le usanze locali, era obbligato a ricambiare. Annotava nel suo diario nel 1608: «Acciocché nessuno si lamenti di noi, tutto il giorno sto nella sala ricevendo gente che ci viene a visitare e doppo questo gli vo a pagare la visita, otto dieci miglia lontano alle volte». Visite che non erano mai inferiori a una ventina al giorno e in occasione del capodanno cinese raggiungevano le cento. Malgrado il tempo trascorso dalla sua azione missionaria e dalla sua morte … Ricci resta per noi un educatore. Una volta giunto in Cina seppe adattarsi e modellarsi secondo quella figura dell’Educatore per eccellenza che fu Confucio – e questa affinità contribuì non poco al suo successo.